La quotazione del petrolio non solo non inverte il passo ma addirittura registra nuove perdite. Il prezzo del petrolio oggi appare più che mai condizionato da un vero e proprio sell-off. A dispetto delle previsioni che appena un mese fa vedevano il greggio a quota 100 dollari al barile, il prezzo dell’oro nero è tornato su livelli che mancavano da oltre un anno. Una sorta di grande correzione ribassista ha determinato la cancellazione di tutti i recenti guadagni con conseguente impatto sulle azioni legale all’oil (si guardi, ad esempio, al recente crollo di Saipem). 

Mentre è in corso la scrittura del post, il petrolio WTI registra un ribasso del 4,92 per cento a quota 51,21 euro mentre la quotazione del Brent è in calo del 4,9 per cento al di sotto dei 60 dollari al barile. In pratica oggi 23 novembre si verifica un vero e proprio crollo della quotazione petrolio. Il fattore che ha scatenato la corsa a vendere contratti futures sul greggio è stato il nuovo dato sulle scorte di greggio pubblicato dall’EIA, l’Energy Information Administration. L’autorità americana ha precisato che c’è stato un nuovo aumento delle giacenze di greggio da metà settembre in poi alimentando così le indiscrezioni secondo cui è possibile un aumento dell’offerta rispetto alla domanda. A determinare il nervosismo delle ultime settimane anche la delusione per quella che è la portata delle sanzioni americane all’Iran. Il mercato si attendeva sanzioni dure contro la Rupubblica islamica che invece non ci sono state. 

Il crollo del prezzo del petrolio è ben sintetizzato dalle parole degli analisti di Jefferies secondo i quali è evidente che “sul mercato c’è un eccesso di offerta e in situazioni tali è difficile impostare un limite minimo ai prezzi“. 

Il ribasso della quotazione del petrolio oggi è stato parallelo ad un forte aumento della volatilità che, in relazione al mese di novembre, è tornata ai livelli del 2014-2016, il periodo del grande crollo. 

Andando a guadare ai grafici è possibile notare come rispetto ai picchi massimi raggiunti a inizio ottobre 2018, la quotazione del petrolio abbia registrato un calo del 30 per cento. La tendenza a vendere potrebbe restare alta almeno fino al prossimo meeting OPEC in agenda per il 6 dicembre. 

Crollo delle quotazioni e alta volatilità fanno del petrolio l’asset ideale su cui deve investire chiunque sia in cerca di occasioni trading per la fine dell’anno. Attraverso il trading di CFD è possibile guadagnare sia se il prezzo del petrolio dovessere salire (long) che nel caso in cui le quotazioni dovessero invece scendere (short). 

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