Come noto, gli investitori azionari hanno ottenuto ottimi risultati negli ultimi anni grazie alla corsa dei mercati delle partecipazioni societarie, ma con la liquidità che ora inizia ad offrire rendimenti più interessanti, corretti per l’inflazione, potrebbe essere saggio attenuare il rischio azionario.

Ad affermarlo è un comunicato degli strateghi di Goldman Sachs Group, secondo cui gli investitori che effettuano trade in asset misti dovrebbero sì conservare l’esposizione azionaria, ma dovrebbero altresì aumentare le allocazioni di liquidità, che a breve rappresenterà una classe di attività molto competitiva rispetto alle azioni, per la prima volta in molti anni.

La nota di Goldman Sachs richiama evidentemente alla memoria l’impatto degli aumenti dei tassi di interesse della Federal Reserve, che hanno contribuito a generare rendimenti sui fondi del mercato monetario pari a oltre il 2 per cento – superando così il ritmo dell’inflazione. Con la Fed che prevede di aumentare il benchmark di un altro quarto di punto percentuale il mese prossimo, e con gli ulteriori movimenti che si profilano per il 2019, il denaro contante potrebbe diventare ancora più attraente.

Per quanto riguarda le azioni, gli investitori dovrebbero inclinare i loro portafogli verso settori difensivi, compresi i servizi di pubblica utilità, hanno suggerito gli strateghi di Goldman, che prevedono che l’S&P 500 genererà un modesto rendimento assoluto a una sola cifra il prossimo anno, mentre il robusto profitto e la crescita economica visti nel 2018 sono destinati a rallentare.

Il mercato azionario statunitense, che ha visto i propri indicatori di riferimento raggiungere un record a settembre, è stato trascinato al ribasso dalla depressione del settore tecnologico, che ha contribuito ad una flessione dell’8% per l’S&P 500. I timori di una crescente regolamentazione, la diminuzione della domanda di iPhone e una svolta nel settore dei semiconduttori hanno preso il sopravvento, insieme alle tensioni commerciali globali e all’aumento dei tassi di interesse.

Per quanto concerne le stime, lo scenario di base, con una probabilità del 50% di avverarsi, vede l’indice S&P 500 chiudere quest’anno a 2.850 punti, per poi aumentare del 5% fino a 3.000 punti nel 2019. Lo scenario negativo, con il 30% di probabilità, vede il rischio di una recessione nel 2020 iniziare a pesare pesantemente sulla mente degli investitori, con l’S&P 500 che terminerà nel 2019 a 2.500 punti. Infine, lo scenario positivo, con una probabilità del 20% di accadimento, per il quale la crescita economica rimarrà forte per un periodo di tempo più lungo del previsto, con l’indice di riferimento in rotta per chiudere a 3.400 punti l’anno prossimo.

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