Se avevi deciso di attivare posizioni long in vista di un possibile aumento del prezzo del petrolio innescato dall’entrata in vigore delle sanzioni americane all’Iran, ti è andata decisamente male. Nel giorno in cui le sanzioni americane più dure di sempre contro l’Iran sono ufficialmente in vigore, la quotazione petrolio non registra alcun aumento. La correlazione introduzione della sanzioni, calo della produzione mondiale e aumento del prezzo del greggio non tiene ma anzin diventa un boomerang se hai appunto deciso di aprire una posizione long sull’oil attraverso gli strumenti derivati come ad esempio i CFD (Contratti per Differenza). Il prezzo del petrolio americano in prima di Ottava registra un calo dell’1,35 per cento a quota 62,85 dollari al barile. Il ribasso sembrerebbe sottendere un messaggio di questo tipo: il mercato non ritiene che ci possa essere davvero un calo della produzione a livello globale con l’introduzione delle sanzioni alla Repubblica Islamica dell’Iran. 

La realtà, però, è più complessa e proprio il giusto inquadramento delle sanzioni all’Iran ti può consentire di capire cosa fare nel bveve termine. In altre parole con il ritorno delle sanzioni alla Repubblica islamica conviene scommettere su un aumento o su un ribasso della quotazione del greggio? Dimenticate le previsioni sull prezzo del petrolio a 100 dollari entro i prossimi mesi, adesso si tratta di capire cosa può avvenire nel breve termine

Le sanzioni all’Iran, le più dure di sempre come affermato dalla stessa amministrazione Usa, compiscono sia il regime di Teheran che tutti colori i quali commercializzano con la repubblica islamica. Ci sono tuttavia ben 8 eccezioni a questa regola. In altre parole è previsto che 8 paesi continuino a fare affari con il l’Iran senza incorrere in sanzioni. L’elenco di questi 8 paesi autorizzati sarà presto reso noto.  Secondo gli analisti, queste nuove sanzioni sono una sorta di affondo finale contro la Repubblica islamica. Si tratta, quindi, del round di gran lunga più significativo e logicamente quello di maggiore impatto per l’economia iraniana (banche e petrolio). 

L’elenco di persone, aziende, imbarcazioni e aeromobili colpiti dalle sanzioni è formato da 700 nominativi tra i quali ci sono tutte le principali banche, compagnie di navigazione e esportatori di petrolio iraniani. Concretamente il ripristino delle sanzioni, determinerà un taglio dell’export di petrolio dall’Iran quantificato in quasi un milione di barili al giorno. Questa riduzione forzata metterà in crisi l’economia iraniana (è questo il disegno strategico americano). Sull’andamento del prezzo del petrolio, almeno per ora, non c’è alcun effetto scontato. 

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