Le azioni di Ford Motor sono calate ancora, con i mercati finanziari che hanno evidentemente punito la casa automobilistica a stelle e strisce nel loro approccio frammentato per delineare i tagli dei costi caratteristici, quale parte integrante di una strategia di ristrutturazione lunga e costosa.

E così, nella giornata di ieri Ford è scesa fino al 2,9 per cento, piombando sotto quota 9 dollari per la prima volta da agosto 2012. Il titolo ha ora un prezzo più basso di il 28 per cento rispetto ad inizio anno.

Ricordiamo come Ford abbia annunciato lunedì che cambierà le proprie operazioni di marketing globale, in parte trasferendo il business pubblicitario lontano dal partner di lunga data WPP Plc, per un’operazione che però condurrà un risparmio di “soli” 150 milioni di dollari all’anno, contro gli 11 miliardi di dollari di spese che Ford ha vorrebbe risparmiare dal proprio piano di ristrutturazione entro i prossimi tre – cinque anni.

Mancano inoltre alcuni altri dettagli che, evidentemente, gli analisti avrebbero voluto avere tra le mani. Per esempio, anche se Ford ha specificato che taglierà il costo del lavoro, non è chiaro quanto sarà realmente grande la riduzione del personale.

Moody’s Investor Service ha tagliato il rating di Ford nel mese di agosto, conducendolo un notch sopra la “spazzatura”, proprio sulla scia delle preoccupazioni circa l’esecuzione della sua ristrutturazione. Pesano anche i timori sulle tariffe applicate dal presidente Donald Trump sui metalli importati, che dovrebbe costare a Ford circa 1 miliardo di dollari di profitto.

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