Il futuro di Snapchat è nerissimo. Dopo il crollo registrato nella seduta di ieri dalle azioni Snap, a Wall street oggi potrebbe essere una nuova giornata di tensione per il titolo del settore tech. La rivoluzione di Snap sul Nasdaq non solo non è mai arrivata ma, leggendo le previsioni sul possibile andamento del titolo, potrebbe non arrivare mai. Nella seduta di ieri la quotazione Snap ha registrato un calo del 6,98 per cento a 9,2 dollari. Il sell-off su Snapchat è scattato non appena Richard Greenfield di BTIG ha emesso la sua valutazione sulla società. Greenfield ha assegnato rating sell ossia vendere con target price a 5 dollari. Il consiglio di vendere non è una novità per Snapchat. Già da alcuni mesi, infatti, molti analisti e broker avevano abbassato ai gradini più bassi la loro valutazione su Snap con diffusi “sell”. La vera (e più preoccupante) novità è rappresentata da quel prezzo obiettivo fissato a 5 dollari contro i circa 9 dollari delle quotazioni attuali. In pratica l’analista scommette aperttamente su un ulteriore e forte ribasso delle quotazioni di Snap nel medio e lungo termine. Il prezzo delle azioni Snapchat secondo Richard Greenfield di BTIG è destinato a crollare e a dimezzarsi nei prossimi mesi. Rating sell più un target price così basso non lasciano spazio ad alcuna speranza. Volendo tradurre in strategia trading il giudizio emesso su Snap dall’esperto, si può affermare che l’unica alternativa a disposizione degli investititori è quella di aprire posizioni short. Il consiglio operativo è quello di scommettere su un ulteriore ribasso del titolo nei prossimi mesi. Si ricorda che guardagnare su un titolo che segna un calo in borsa è possible grazie al trading di CFD.
Il parere di Richard Greenfield di BTIG non è un caso isolato. Sempre ieri è arrivato anche il giudizio negativo di Jefferies che ha tagliato il price target da 14 dollari a 11 dollari. In pratica sono rimasti davvero in pochi a ritenere che il prezzo delle azioni Snap possa ripartire. Il sentiment prevalente resta negativo e questo rappresenta una tendenza consolidata che si sbaglirebbe a non tenere in considerazione. Negli Stati Uniti si parla da tempo di crisi del modello di Snap anche se fin dal giorno della sua quotazione la società tech non ha mai dato l’impressione di poter gareggiare alla pari con i colossi di Wall Street. L’IPO dorata di Snap resta un lontano ricordo dinanzi alla realtà su Wall Street oggi. Tra l’altro nei giorni scorsi la società era finita nuovamente a picco a seguito della notizia dell’addio dello chief strategy Imran Khan che aveva annunciato che, dopo quasi quattro anni, avrebbe lasciato l’azienda. Un fatto interpretato come ulteriore segnale di debolezza.
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