La guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina potrebbe essere solo l’anticamera di quel che accadrà. Ad affermarlo è Conor Sen, sulle pagine di Bloomberg, ricordando come la Cina non è solo un altro fronte nella guerra al commercio globale del presidente Donald Trump, bensì come a differenza di Messico, Canada, Europa e altri obiettivi strategici del presidente, è una fonte di conflitto economico per gli anni a venire, di lunga durata, anche dopo che il problema tariffario sarà risolto (se sarà risolto). Come accaduto con la rivalità con l’Unione Sovietica, la competizione economica con la Cina potrebbe determinare una guerra fredda in grado di plasmare la politica e la politica economica americana per una generazione, o più.
Fino ad ora, grazie ad altri accadimenti, gli americani sono stati in gran parte distratti dallo sviluppo economico della Cina. La Cina è entrata a far parte dell’Organizzazione mondiale del commercio solo nel dicembre 2001, tre mesi dopo gli attacchi terroristici dell’11 settembre. Per anni, l’attenzione dell’America è stata focalizzata sul terrorismo e sulla guerra in Medio Oriente, e non certo sulla straordinaria ascesa della Cina e sul suo impatto sull’economia americana. Poi, è arrivata la crisi finanziaria e la grande recessione, divenuta il centro delle attenzioni nazionali per gli anni successivi.
Tuttavia, i cambiamenti che stanno avvenendo sia in Cina che negli Stati Uniti rendono molto diverso il periodo attuale. Nel periodo di sviluppo economico della Cina negli anni 2000 e in gran parte degli anni 2010, ci furono chiari benefici per gli Stati Uniti, anche se ci furono anche dei compromessi. L’apertura della Cina ha fornito alle industrie statunitensi un maggiore accesso al mercato interno cinese. I consumatori statunitensi hanno tratto vantaggio dall’ottenere prodotti a basso costo prodotti nel Paese asiatico. C’era dunque la speranza che l’integrazione della Cina nell’economia globale avrebbe permesso alla sua cultura imprenditoriale di essere più simile a quella dell’Occidente.
In realtà, le cose stanno andando diversamente, e il fatto che la Cina abbia annunciato la sua visione economica con “Made in China 2025”, conferma che raramente ci saranno concreti benefici per gli Stati Uniti. Cercare di diventare autosufficienti in settori che vanno dall’aerospaziale ai semiconduttori, passando per la robotica, potrebbe minacciare posti di lavoro, profitti aziendali e leadership tecnologica globale.
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