Nella seduta di ieri, il prezzo delle azioni Tesla ha segnato a Wall Street un apprezzamento di circa l’11%. La quotazione Tesla è salita a 379,57 dollari dopo che Elon Musk, fondatore della casa automobilistica completata votata all’auto elettrica, ha pubblicato un tweet nel quale afferma che è sua intenzione ritirare Tesla dalla borsa. Il delisting di Tesla, ha però specificato lo stesso manager, dipenderà da quello che sarà il voto degli azionisti in merito. Letteralmente nel tweet con il quale Musk apre all’ipotesi delisting, c’è scritto: “Gli investitori sono favorevoli a un ritiro dalla Borsa ma dipenderà dal voto degli azionisti“. Al tweet non hanno poi fatto seguito altre precisazioni se non quelle relative a quello che sarebbe il costo dell’operazione. L’operazione avverrebbe infatti a 420 dollari per azione ossia ad un premio del 20% considerando il prezzo di chiusura della azioni Tesla nella seduta di Wall Street di lunedì. Concretamente l’unico effetto determinato dall’uscita di Musk è stato il forte apprezzamento del titolo ovviamente causato da una impennata dell’appeal.
Considerando anche i precedenti storici, in occasione di un primo di aprile Musk diffuse il seguente messaggio (falso): “Tesla in bancarotta. Nonostante gli sforzi per raccogliere fondi, inclusa una vendita di uova di Pasqua, siamo tristi nell’annunciare che Tesla è andata completamente in bancarotta“, molti investitori oggi si chiedono se davvero Tesla verrà delistata. Quello che è affermato Musk sull’addio di Tesla a Wall Street è vero o falso? Nessun può rispondere a questa domanda ma è evidente, come messo in evidenza dallo stesso grafico sull’andamento del titolo, che la volatilità sia destinata a restare alta nei prossimi giorni. In fin dei conti, infatti, l’effetto determinato dall’uscita di Musk è stato maggiore di quello causato dalla notizia secondo cui il fondo sovrano saudita, Public Investment Fund,avrebbe acquistato una quota compresa tra 3 e il 5% della società di auto elettrice.
Il forte apprezzamento del titolo si spiega con il fatto che, se l’affermazione di Musk fosse vera, allora il delisting di Tesla si configurerebbe come una delle maggiori operazioni di leverage boyout della storia. Tuttavia, e si entra nel campo degli scettici ossia di chi non si fida del tweet di Musk, non è affatto chiaro come lo stesso Musk, che oggi controlla il 20%, riesca a raccogliere i 66 miliardi di dollari necessari per realizzare la sua operazione.
Le vie della finanza sono comunque infinite anche perchè lo stesso Musk dovrebbe essere consapevole che le se le sue dichiarazioni rilasciate via Twitter dovessero configurarsi come un falso, allora sarebbero guai. Un avvocato di Wall Street citato dal FT ha affermato a riguardo: “Musk non può assolutamente fare una falsa dichiarazione su Twitter e pensare di non passare dei problemi. Sarebbe una chiara e semplice violazione delle regole“. Se la dichiarazione di Musk fosse ingannevole allora ci potrebbe essere una violazione del Securities Exchange Act ma dalla SEC non sono arrivati commenti a riguardo. Tutto tace quindi e tutto alimenta la speculazione sul titolo Tesla che, a questo punto, potrebbe influenzare anche oggi l’andamento del titolo a Wall Street.
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