L’indice Standard & Poor’s 500 (S&P 500, o solo S&P) è un indice delle 500 maggiori società statunitensi per capitalizzazione di mercato quotate alla Borsa di New York o al Nasdaq. L’indice fu introdotto nel 1923, ma l’S&P 500 nella sua forma attuale ha iniziato a ponderare l’andamento del mercato “solamente” a partire dal 4 marzo 1957.
Contrariamente al Dow Jones Industrial Average, l’indice S&P 500 è un indice ponderato sul valore di mercato, comprendente 500 società di tutti i settori: proprio per questi motivi, l’indice S&P 500 viene generalmente considerato come uno degli indici azionari più comunemente seguiti e affidabili, poiché si ritiene che sia una delle migliori rappresentazioni del mercato azionario statunitense.
Ma quali sono le sue relazioni con l’oro? Ci sono dei collegamenti storici che possiamo usare per poter orientare il nostro approccio futuro?
La relazione tra oro e S&P è ampiamente dibattuta. L’opinione comune è che questi due “mondi” siano collegati in modo negativo: ovvero, quando le azioni salgono, l’oro scende e viceversa. Questo è infatti spesso il caso, poiché l’oro è un rifugio sicuro. Quindi, quando i trader entrano in modalità difensiva, possono preferire l’oro ad azioni relativamente rischiosi. Insomma, ci sono stati molti periodi in cui azioni e oro si sono mosse in direzioni opposte, e questo è il motivo per cui l’oro è anche un buon diversificatore di portafoglio, in quanto fornisce una “copertura” contro l’indice S&P 500.Insomma, potrebbe essere una buona idea aggiungere dell’oro a un portafoglio di investimenti azionari.
Di contro, non esiste una chiara correlazione tra il prezzo dell’argento e l’indice S&P 500. Sebbene entrambe le classi di attività si siano mosse in tandem durante la maggior parte degli anni 2000, ci sono stati anche periodi di correlazione negativa o comportamento indipendente, rendendo pertanto meno attendibile questo collegamento.
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