Le acquisizioni e gli investimenti cinesi negli Stati Uniti sono scesi del 92% a soli 1,8 miliardi di dollari nei primi cinque mesi di quest’anno, stando a quanto dichiarato martedì dalla società di consulenza e ricerca Rhodium Group. Tenendo conto anche delle cessioni, il flusso netto di impieghi cinesi verso gli Stati Uniti durante lo stesso periodo è stato negativo per 7,8 miliardi di dollari, prosegue il rapporto.
Il calo segue un brusco decremento avvenuto nella seconda metà dello scorso anno, poiché le pressioni di Pechino e dell’amministrazione Trump hanno frenato il precedente aumento degli investimenti transfrontalieri. Ne deriva che le proposte di investimento cinesi negli Stati Uniti, che avevano raggiunto il record di 46 miliardi di dollari nel 2016, sono scese a 29 miliardi di dollari nel 2017 e – secondo Rhodium – potrebbero calare ancora nel 2018.
Insomma, sembra ora che la Cina voglia limitare la fuga di capitali verso l’estero e l’indebitamento eccessivo. Gli Stati Uniti dal canto loro sono evidentemente preoccupati per la protezione della proprietà intellettuale e hanno così aumentato il controllo degli accordi in virtù di ragioni di sicurezza nazionale. L’amministrazione Trump ha anche minacciato restrizioni sugli investimenti basate su un’indagine 301, la stessa che ha portato agli ultimi annunci tariffari.
Di conseguenza, le acquisizioni del valore di oltre 2 miliardi di dollari nei primi cinque mesi di quest’anno sono crollate, ha dichiarato Thilo Hanemann del Rhodium Group. In questo conteggio rientrano comunque la fusione proposta da Alibaba e Ant Financial con MoneyGram, i piani di HNA di acquisire SkyBridge Capital di Anthony Scaramucci e gli investimenti di Sino IC Capital finanziati dalla Cina per acquistare la società di test sui semiconduttori Xcerra.
In tale ambito statistico, il settore immobiliare e quello dell’intrattenimento sono rimasti tra i primi tre destinatari del capitale cinese all’inizio dell’anno, spinti da operazioni di media grandezza compiute da società di giochi online quotate all’estero, ha affermato Rhodium. Ma grazie a sette transazioni nel campo della salute e della biotecnologia, la quota in questo settore delle operazioni cinesi negli Stati Uniti è passata dal 9% dello scorso anno al 58% di quest’anno, afferma ancora il rapporto.
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