A Mosca ieri non si è giocata solo la prima partita dei Mondiali 2018 tra Russia e Arabia Saudita (per la cronaca l’incontro di calcio tra le due nazionali è stato senza storia ed è terminato con un sonoro 5 a 0 rifilato dal russi ai sauditi). A prescindere dall’incontro inaugurale tra Russia e Arabia Saudita, tra le due nazioni ieri è andato in scena (ma con molto meno clamore) un incontro che potrebbe avere un impatto futuro sull’andamento del prezzo del petrolio. Ovviamente il fatto che ieri si sia svolta anche una partita dietro le quinte degli schermi è stata solo una coincidenza che forse proprio per questo motivo può essere considerata quasi rivelatrice.
Nella giornata di ieri il presidente russo Vladimir Putin e il ministro dell’Energia Alexander Novak hanno incontrato il principe saudita Mohammad bin Salman e il ministro dell’Energia Khalid al-Falih. I rappresentanti di Russia e Arabia Saudita si sono detti concordi sul fatto che sia arrivato il momento di incrementare la produzione di petrolio.
Il potente responsabile dell’Energia russa Novak ha affermato: “Pensiamo che sia necessario bilanciare il mercato ed evitare le eccedenze“. Novak non ha aggiunto alcun dettaglio per quello che riguarda quelli che potrebbe essere i numeri. Si tratta di un aspetto non di poco conto visto che, proprio dall’entità dell’ammontare dell’incremento dei livelli produttivi, possono dipendere quelle che saranno le ripercussioni sull’andamento della quotazione petrolio nei prossimi mesi.
Ad ogni modo secondo alcune indiscrezioni, russi e sauditi si sarebbero messi daccordo per un aumento della produzione di petrolio di circa 300mila barili al giorno. Secondo Novak, infatti, i Paesi produttori di greggio potrebbero “considerare” di rivedere l’obiettivo di riduzione dell’offerta dagli attuali 1,8 milioni di barili al giorno a 1,5 milioni di barili. Sulla stessa scia del suo omologo russo anche il saudita Al-Falih che, già prima del vertice, aveva affermato che l’aumento della produzione di petrolio è diventato “inevitabile”. Insomma, se sei solito investire sull’andamento della quotazione petrolio attraverso strumenti derivati come i CFD, tieni presente che l’incremento della produzione è oramai considerato inevitabile.
Prezzo petrolio al centro di forti movimenti nel medio termine per effetto delle mosse russe e saudite? Attenzione a non arrivare a facili conclusioni. Nell’elaborazione di previsioni sul possibile andamento del prezzo del petrolio devi considerare che la variabile Venezuela. Il disastrato paese sudamericano potrebbe decidere di ridurre la sua offerta, a causa delle note difficoltà a riuscire ad estrarre greggio. Secondo i dati dell’International Energy Association (IEA), a Caracas nel mese di maggio c’è stato un calo della produzione di petrolio pari a 2,2 milioni di barili al giorno. Altro scenario caldo è quello iraniano con Teheran che corre il rischio di subire nuove sanzioni anche a causa del suo crescente isolamento internazionale.
Le variabili che devi considerare quindi sono almeno tre con netta predominanza dell’accordo tra russi e sauditi. Un appuntamento che a questo punto è diventato cruciale è il summit tra i paesi OPEC in programma a Vienna il prossimo 22 giugno. Sarà in quella occasione che russi e sauditi cercheranno di convincere tutti i membri della validità dell’intesa a due che Mosca e Riad hanno raggiunto. In ballo c’è l’andamento del prezzo del petrolio nei prossimi mesi.
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