In vista delle decisioni sui tassi della Federal Reserve, conviene andare long o short sulla quotazione oro? La domanda se la stanno ponendo tutti quegli investitori che hanno in portafoglio oro o sono soliti investire sull’andamento del prezzo dell’oro attraverso strumenti derivati come i Contratti per Differenza. Se vuoi capire come è meglio posizionarti sull’oro in vista del meeting FED, attivando una posizione long o una posizione short, il punto di partenza della tua strategia pratica consiste nell’osservazione dei grafici. Il prezzo dell’oro oggi oscilla attorno a quota 1297 dollari l’oncia. Nelle ultime settimane la quotazione dell’oro si è mossa in modo stabile senza sollecitazioni. In un contesto caratterizzato da rischi geopolitici, tensioni relative al commercio mondiale e incremento dell’inflazione, l’oro non ha creato grandi spazi per trarre profitto. In poche parole, come si evince dal grafico storico, la grande assente o la poco presente è stata la volatilità.
Se allarghi ancora di più il periodo preso in esame potrai notare che dal 2015 la relativa soglia minima segue una tendenza costantemente positiva. In queso frangente la quotazione dell’oro ha conseguito minimi sempre più elevati. Secondo Joe Foster, Gold Strategist e Portfolio Manager di VanEck, “attualmente la tendenza base si attesta all’incirca su 1.285 dollari l’oncia“.
Partendo da queste indicazioni, quali previsioni si possono fare sull’andamento delle quotazioni del metallo giallo? Foster pone l’accento sulle previsioni oro giugno 2018 nella consapevolezza che proprio questo mese sia “centrale” per i mercati e gli investimenti in considerazione del doppio appuntamento di politica monetaria FED-BCE. Secondo Foster, in attesa di un aumento dei tassi da parte della Federal Reserve, il prezzo dell’oro potrebbe aumentare. L’analista ritiene che “a giugno l’oro potrebbe provare a sforare la base tendenziale della soglia di prezzo minima“. Secondo le previsioni dell’esperto, inoltre, “alla luce della tenuta di cui l’oro ha dato prova a seguito di rischi geopolitici, tensioni commerciali e inflazione, sarebbe davvero sorprendente se scendesse sotto quota 1.285 dollari”. Allargando poi le stime alla seconda metà del 2018, Foster ritiene che il prezzo dell’oro possa “tornare a muoversi in direzione della sua recente soglia massima di 1.365 dollari”. Un elemento catalizzatore per consentire alla quotazione dell’oro di superare quota 1.365 dollari potrebbe essere rappresentato dall’interesse nei confronti delle società minerarie, oggi quasi sopito.
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