La debolezza del Dollaro non solo nel cambio con l’Euro è oramai considerata quasi un caso da inserire in un manuale. Che l’andamento del cross Eur/Usd sia stato caratterizzato, pur a fasi alterne, da un arretramento della divisa americana è oramai un fatto noto. Decisamente meno risalto invece è stato dato ad un altro elemento caratterizzante il Forex negli ultimi mesi: la debolezza del Dollaro anche nei riguardi di tutte le altre valure cosiddette evolute. E’ proprio in considerazione di questa situazione che Lukas Daalder, Chief Investment Officer di Robeco Investment Solutions, ha fatto un’affermazione destinata a fare scuola. L’analista ha infatti dichiarato che se si chiedesse ad un economista di scrivere un romanzo sul 2017, egli sicuramente dedicherebbe un capitolo a quello che è l’enigma del Dollaro debole. Il riferimento ai bigliettoni sarebbe inevitabile considerando la performance che la divisa americana ha registrato sul Forex per tutto lo scorso anno. Il Dollaro Usa, infatti, ha perso “tra il 5% e il 15% rispetto alle valute di tutti i principali mercati sviluppati“. L’enigma sul Dollaro debole, ha proseguito l’analista di Robeco, potrebbe essere affiancato a quello che è l’altro mistero del 2017 quello ossia della cosiddetta “inflazione mancante“.
Come tutte le storie che si rispettino anche quella “scritta” da Daalder ha ovviamente i suoi riferimenti che, si badi, sono essenziali per tracciare previsioni sul possibile andamento del Forex e, in particolare, del cambio Eur/Usd. Secondo l’esperto la debolezza del biglietto verde americano può essere osservata analizzando il rapporto tra il differenziale dei tassi a 2 anni tra Usa e Germania e il tasso di cambio euro/dollaro. Ebbene secondo l’analisi dell’esperto di Robeco, fino all’inizio del 2017 i due indicatori sono rimasti correlati ma successivamente hanno iniziato ad andare ognuno per i fatti suoi. C’è un momento essenziale in cui la correlazioen è venuta meno e questo momento è l’elezione del presidente Trump. Come tanti altri analisti avevano affermato in passato la nomina di Trump a presidente Usa ha destabilizzato il Forex e il cambio Euro Dollaro. Quello che era valido in teoria con l’elezione di Trump ha cessato di esserlo praticamente. E così, se fino a prima dell’insediamento di quella che è sempre più considerata come una variabile difficile da gestire, valeva il principio per cui paesi con tassi di interesse a breve termine più alti dovrebbero attirare maggiori flussi di capitale, rilanciando così la valuta domestica, con l’arrivo di Trump questo schema è saltato.
Sulla base di queste osservazioni quale potrebbe essere la direzione del cross Eur/Usd nel futuro? Qualsiasi sia la strategia trading da adottare andrebbero sempre tenute in considerazioni le mosse di Trump (tra i tantissimi altri elementi da considerare). Nel breve termine, intanto, la coppia Eur/Usd ha provato ieri un allungo ma non è riuscita ad andare oltre 1,24. Dal punto di vista dell’analisi tecnica, la struttura continua ad essere contrastata. Ad ogni modo comunque il superamento di quota 1,2415 potrebbe aprire la porta a un veloce rialzo verso 1,2440-1,2445. Nel caso in cui si dovesse invece verificare una discesa sotto quota 1,23, ci potrebbe essere una correzione ribassista.
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