Venerdì scorso l’amministrazione statunitense guidata da Donald Trump ha imposto nuove sanzioni contro la Russia e dodici aziende del Paese, tra cui il più grande produttore di alluminio al di fuori della Cina, che nell’ultimo anno ha generato volumi per circa 3,8 milioni di tonnellate di metallo. Inoltre, per la prima volta è stato stabilito che anche cittadini non statunitensi possano essere “puniti” per aver effettuato transazioni significative con le aziende russe prese di mira.
Dal canto suo, il ministero degli esteri russo ha annunciato che sta lavorando a misure utili per poter rispondere efficacemente alle sanzioni statunitensi. Quanto basta per poter creare un clima di nuova tensione, con i prezzi dell’alluminio LME in aumento per il terzo giorno consecutivo dopo gli annunci delle parti, tra le preoccupazioni che la produzione e le esportazioni di alluminio russo caleranno nel prossimo futuro, creando un mercato globale più ristretto del previsto.
Infatti, dato che le misure statunitensi puntano a influenzare anche i comportamenti dei cittadini non statunitensi, le società di commercio internazionale hanno smesso di comprare alluminio dalle imprese prese di mira, e stanno tagliando i propri rapporti per evitare le sanzioni (sebbene LME abbia affermato che l’alluminio russo rimane disponibile sul mercato).
In aggiunta alle interruzioni di fornitura causate dal nuovo pacchetto di sanzioni statunitensi, le esenzioni temporanee alle tariffe statunitensi concesse a Europa, Canada e Messico scadranno il 1 ° maggio. Un’implementazione su larga scala dei dazi, unita a sanzioni contro la Russia, potrebbe potenzialmente portare a un mercato sotto rifornito e ad un più alto livello regionale dei costi di alluminio per gli Stati Uniti.
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