Il cambio Euro Dollaro ha perso la freschezza delle scorse settimane anche se il bilancio dall’inizio dell’anno continua ad essere positivo. Nei primi tre mesi del 2018, il cross Eur/Usd ha registrato un apprezzamento di circa il 2%. Nonostante il segno resti quello verde, però, si intravedono da alcune sedute chiari segnali di tensione che hanno portato gli analisti a parlare di possibile peggioramento del sentiment. Se nella fase di scrittura di questo articolo la coppia Euro Dollaro si muove senza particolari variazioni di prezzo (-0,09% il frazionale rispetto a ieri), è andando a guardare al grafico delle ultime sedute che è possibile tracciare alcune deduzioni significative. Il dollaro rispetto al livello massimo che fu raggiunto lo scorso 16 febbraio ha perso circa il 2,3% nel cambio con l’Euro. Il cross Eur/Usd sembra essere entrato nelle ultime settimane in quella che tecnicamente viene definita come una fase di distribuzione. Si tratta di un momento di assestamento che è quasi fisiologico se si considera che per tutta la parte finale del 2017 e fino a gennaio 2018, il cambio tra il biglietto verde e la moneta unica aveva registrato un vero e proprio rally.

Nella sola seduta di ieri, il cross Eur/Usd si è mosso quasi sempre al di sotto di quota 1,23 e quando non lo ha fatto si è comunque mosso sul filo di quota 1,23 più vicino alla parte bassa di un rettangolo in costruzione dallo scorso 15 gennaio i cui limiti inferiori sono rappresentati da supporto statici a quota 1,2165. Con i livelli record raggiunti nei mesi scorsi alle spalle, adesso i traders si stanno seriamento chiedendo se il cross Eur/Usd sia destinato o meno a scendere ancora. Utili indicazioni per tracciare una prospettiva trading sull’andamento del cambio possono arrivare dall’andamento dei rendimenti dei titoli di stato tedeschi e di quelli americani. Ebbene, i tassi del decennale tedesco sono scesi in appena tre mesi allo 0,5% mentre i rendimenti dei corrispondenti titoli Usa hanno registrato un calo a 2,76%. Il differenziale tra il decennale tedesco e quello americano si è così allargato fino a 225 punti base, dato che si confronta con i neppure 200 punti base di fine 2017.

Regola vuole che quando il differenziale tra i due titoli si allarga, allora il cross Eur/Usd si appresta ad entrare in una fase di debolezza. E’ appunto alla luce dell’esame dei rendimenti obbligazionari di Eurozona e Stati Uniti che si può parlare di previsioni cambio Euro Dollaro ribassiste. Il punto centrale diventa capire fino a che punto il cross sia destinato a perdere terreno.  Un ribasso fino a 1,2 per quanto difficile non sembra essere impossibile. Ancora una volta a fornire supporto all’andamento del cambio Euro Dollaro dovrebbero essere le decisioni di politica monetaria della banche centrali, quindi le mosse della Federal Reserve e quella della BCE. La Banca Centrale Europea, in particolare, dopo la fine del mandato di Draghi potrebbe svoltare verso la fine dell’attuale fase di forte accomodamento monetario. La variabile nuova sarebbe rappresentata dalla nomina di Jens Weidmann, l’anti Draghi tedesco, a nuovo governatore. Le mosse delle banche centrali, comunque, e in particolare il mantenimento di una convergenza sulle politiche dei tassi tra le due sponde dell’Oceano, si trovano a fare i conti con la variabile nuova di questi ultimi mesi: le forti tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina dovute all’intensificarsi di quella che è stata già ribattezzata come la guerra dei tassi. 

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