Il prezzo del petrolio ha perso lo smalto delle scorse Ottave e anche oggi registra un leggero deprezzamento. Come emerge dal grafico relativo all’andamento della quotazione del greggio sia il WTI che il Brent segnando dei deprezzamenti. In particolare il WTI mentre scriviamo, si muove in area 65 dollari al barile mentre il Brent appare schiacciato sotto i 70 dollari al barile. Dopo le buone performance delle ultime settimane gli investitori sembra ora preferire chiudere le posizioni attive e il risultato di questa loro strategia di trading è appunto il calo del prezzo del petrolio.

Allo stato attuale dei fatti è difficile riconoscere nel calo della quotazione del petrolio un effetto delle prese di profitto o piuttosto il risultato di un qualche motivo di preoccupazione. Eppure, nonostante molti traders preferiscano vendere e magari spostare i loro investimenti su altri assets, il quadro relativo alle prospettive del prezzo del petrolio nel medio termine resta positivo. Chi di speculazione se ne intende, come gli hedge fund, ritiene che le stime su un aumento della quotazione petrolio fino a 80 dollari al barile nei prossimi mesi non siano venute meno. Questo previsioni rialziste sul greggio non sono una novità. Già da prima della fine del 2017, molti analisti avevano infatti parlato di una possibile ulteriore accelerazione del prezzo del greggio. Gli hedge fund che puntano sull’aumento delle quotazioni del petrolio si muovono, quindi, proprio nel solco di queste analisti. Il punto di vista dei fondi speculativi che operano con i futures sulle commodities si potrebbe facilmente sintetizzare in una strategia trading applicabile anche da chi opera con i Contratti per Differenza. Operativamente, infatti, si potrebbe pensare di comprare strumenti derivati sul petrolio al prezzo attuale per poi approfittare del rialzo fino al target degli 80 dollari al barile.

Logicamente le previsioni sul prezzo del petrolio elaborate dagli hedge fund vanno considerate semplici stime e non verità. Questo approccio prudenziale è indispensabile proprio perché non tutti gli esperti giudicano verosimile un ulteriore aumento delle quotazioni del greggio. L’amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi, ad esempio, è invece convinto che il prezzo del petrolio sia destinato a consolidarsi sui livelli di oggi per tutto l’anno e che l’ipotesi di un ulteriore rally sia poco probabile anche se, eventuali imprevisti geopolitici, potrebbero andare ad impattare sulla quotazione del petrolio

Ma a quanto può arrivare il prezzo del petrolio nel medio termine secondo l’ad di Eni? Ragionando in termini di previsioni, Descalzi vede la quotazione petrolio a 70 dollari per i prossimi due mesi mentre sull’intero anno il prezzo del greggio dovrebbe attestarsi nel range compreso tra i 60 e i 65 dollari, al di sotto di quelle che sono le quotazioni di oggi del greggio quindi.

Chi fa trading di CFD sulla quotazione petrolio deve dare retta a quelle che pensa Descalzi di Eni o alle previsioni degli hedge fund? Difficile dare una risposta a questa domanda ma quello che è certo è che comunque il ritmo di crescita del prezzo del greggio non è più quello de mesi scorsi. Logicamente ad accorgersi di questo cambiamento sono stati i titoli quotati legati all’oil come la stessa Eni o Saipem le cui quotazioni sono scese sotto i 4 euro.

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