Provare a tracciare le previsioni sull’andamento del cambio Euro/Dollaro nel breve e medio termine è sempre più difficile se di mezzo ci sono le dichiarazioni del presidente americano Trump. Il cross EUR/USD oggi, pur senza la forte affervescenza die giorni scorsi, continua a muoversi su livelli molto alti. Il giorno dopo il board della Banca Centrale Europea che si è tenuto ieri, il cambio tra la divisa europea e quella americana segna un aumento dello 0,46% attestandosi a quota 1,2453. Le dichiarazioni rassicuranti di Mario Draghi, quindi, non hanno sgonfiato SuperEuro anche se la moneta unica ha ritracciato da massimi della vigilia. Dopo aver toccato un massimo dal 2015 salendo oltre la soglia di quota 1,25, l’Euro ha leggermente rallentato la sua marcia. A partire da questa situazione grafica stabilire quello che può avvenire sul fronte Forex nelle prossime sedute non è affatto facile anche perchè, allargando l’orizzonte a tutto il settore valutario, si evince che il dollaro cede anche nei confronti dello yen, -0,21% a JPY 109,18, e anche nei riguardi della Sterlina con il cambio GBP-USD in rialzo dello 0,60%, a 1,4227. Insomma dal mercato valutario ci sono molti segnali e probabilmente non potrebbe essere diversamente se si prendono in considerazione le recenti dichiarazioni che Trump ha rlasciato nel corso del World Economic Forum che si sta tenendo a Davos.

Il presidente americano, lasciando tutti i presenti a bocca aperta, ha affermato che “il dollaro diventerà sempre più forte e che, alla fine, quello che voglio vedere è un dollaro forte“. Si può solo immaginare la faccia dei presenti dinanzi ad una affermazione simile visto che appena ad aprile lo stesso Trump aveva invece dichiarato che il dollaro Usa stava diventando troppo forte esprimendo tutta la sua preoccupazione per uno scenario di questo tipo. Ma la confusione aumenta ancora di più se si prendono in considerazione le parole che appena due giorni fa il segretario al Tesoro Usa Steven Mnuchin aveva rilasciata sempre a Davos. L’autorevole membro dell’amministrazione americana aveva detto che la debolezza del Dollaro era un fattore positivo per il commercio mondiale. 

A questo punto la domanda è perfettamente lecita: per quello che riguarda il cambio Euro/Dollaro quale è la posizione dell’amministrazione Trump? Ha ragione il presidente oppure ha ragione il segretario? E ancora ha ragione il Trump di oggi o il Trump di aprire? Questi interrogativi sono retorici e servono a mettere nero su bianco quella che la confusione che i divergenti segnali in arrivo dagli Usa hanno creato sul fronte valutario. 

Per capire quale direzione potrebbe prendere il cambio Euro/Dollaro l’analisi tecnica è, a questo punto, il primo indicatore. Ieri il cross EUR/USD è salito fino a dollaro è salito fino a quota 1,2535 per poi correggere con le quotazioni che sono scese sotto 1,2380. Gli indicatori sono tutti ancora in posizione long ma, prima di poter tentare una nuova risalita, è probabile che sia necessaria una fase laterale di consolidamento. Attenzioen però alle possibili spinte ribassiste perchè una discesa sotto 1,2380 potrebbe determinare un’ulteriore correzione verso quota 1,2350. 

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