La quotazione del petrolio si conferma attorno ai 70 dollari al barile consolidando la tendenza al rialzo che è da tempo preponderante. Eppure in un contesto in cui tutti parlano di rally del prezzo del petrolio, un report meno ottimista che è stato redatto da Goldman Sachs non ha avuta la giusta eco. Nell’analisi la banca d’affari americana fa riferimento ai rischi sull’outlook e alla possibilità che i produttori reagiscano all’aumento dei prezzi. L’allert di Goldman Sachs non ha avuto grandi riscontri a questo principalmente a causa di quello che è l’andamento attuale della quotazione del petrolio in tempo reale. Il future sul Brent si è spunto sui mercati asiatici fino ad un massimo di 70,13 dollari al barile per poi registrare un leggero assestamento a 69,11 dollari. In leggero assestamento anche il petrolio WTI che è invece a quota 63,7 dollari con un calo frazionale dello 0,05%.
La quotazione del petrolio è spinta in alto dalla domanda che resta sempre su livelli molto alti. In particolare la generalizzata ripresa economica viene oramai indicata come la prima causa dell’andamento positivo delle quotazioni del greggio. Lo scenario economico globale, infatti, è migliorato non solo negli Stati Uniti, e probabilmente ci sarà un ulteriore miglioramento a seguito della riforma fiscale di Trump, ma anche nell’Eurozona e nei mercati emergenti. Questi ultimi, dopo essere rimasti a lungo sotto pressione, da tempo lanciano oramai segnali di ripresa. Non c’è però solo il contesto macro alla base del rialzo del prezzo del petrolio. Le quotazioni dell’oro nero, infatti, sono tenute in alto anche dal deprezzamento del Dollaro. L’andamento del cambio Euro/Dollaro spinge in alto il prezzo del petrolio, e, più in generale il prezzo di tutte le materie prime denominate in Dollari, per effetto di operazioni di arbitraggio.
In considerazione di questa situazione di fondo si potrebbe essere tentati dall’abbracciare una strategia trading di taglio long sulla quotazione del petrolio. Del resto sono le stesse previsioni sul prezzo del petrolio nel medio termine a puntare su un apprezzamento. E’ proprio alla luce di questo contesto che l’allert di Goldman Sachs mostra tutta la sua utilità. Gli analisti della banca d’affari americana hanno dichiarato di intravedere rischi sull’outlook relativo alle quotazioni del greggio. Nel mese di dicembre, Goldman Sachs aveva reso note le sue previsioni sull’andamento di Brent e WTI nel 2018. In particolare gli analisti avevano dichiarato di prevedere per il Brent una quotazione a 62 dollari e per il contratto WTI una quotazioen a 57,50 dollari. A distanza di un mese, però, Goldman Sachs ritiene oggi che il rally dei prezzi del greggio determinerà inevitabimente una reazione da parte dei produttori con un aumento dell’offerta che è sempre più probabile. Una decisione di questo tipo potrebbe riportare sotto pressione la quotazione del petrolio anche perchè dall’inizio dell’anno il prezzo del greggio è salito del 4,7% (Brent) e del 6,75% (WTI). Questi dati potrebbero facilitare il ritorno delle prese di profitto. Insomma il report di Goldman Sachs rappresenta un campanellino di allarme che andrebbe tenuto in considerazione nella definizione di una strategia trading sul prezzo del petrolio.
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