Il boom delle Dot-com della fine degli anni ’90 ha visto il clamore attorno agli albori di Internet riversarsi in nuove opportunità di investimento, fino a quando la bolla è scoppiata in modo spettacolare. Con un simile aumento di interesse per i titoli dell’IA generativa nel corso del 2023, potrebbe verificarsi un crollo simile?
Il boom delle Dot-com: la nascita e la storia del fenomeno
Alla fine degli anni ’90 l’industria di Internet ha fatto il suo exploit. Le aziende più strutturate sono cresciute rapidamente e nello stesso tempo ne sono nate tante nuove legate al settore informatico, denominate Dot-com. Si tratta di società piccole, poco capitalizzate e fortemente esposte, caratterizzate da un’alta innovazione tecnologica e un crescente investimento nel settore. Siamo nella cosiddetta età d’oro di internet, che segna una nuova era della digitalizzazione e crea nuove esigenze di consumo e modelli di business. In quegli anni sono nati alcuni giganti come eBay o Yahoo.
Le startup sono proliferate perché l’ambiente era prospero: tra l’emergere di nuove tecnologie, la diffusione dei computer e la facile reperibilità di capitali a rischio per gli imprenditori.
La bolla dei Dot-com e il fallimento
Si assiste ad un’insolita crescita che ingrossa le società Dot-com a ritmi frenetici. Gli investitori scelgono di ovviare al rischio diversificando gli investimenti in differenti aziende del settore e, grazie anche ai tassi d’interesse bassi di quel periodo, lievitano i capitali aziendali. Il rapido aumento del valore dei titoli tecnologici avviene grazie alla speranza di molti investitori di vedere raggiungere presto il successo di queste aziende, fondate sull’idea di sviluppare nuove tecnologie innovative. Ma le stesse non mantengono le aspettative del loro entusiasmo e degli alti profitti e scoppia una bolla che porta al drastico calo del prezzo dei loro titoli.
Molte società falliscono, altre perdono gran parte della loro capitalizzazione ma rimangono comunque solide, come ad esempio la Cisco Systems, la multinazionale statunitense di apparati di networking, che si mantiene forte nonostante l’ingente perdita delle sue azioni che cadono all’86%.
L’ascesa dei titoli IA
Arriviamo ai giorni nostri e vediamo come l’Intelligenza Artificiale generativa sia esplosa grazie anche all’avvento e allo sviluppo dei Chatbot. Se le basi dell’IA risalgono al 1936, le prime applicazioni si attuano alla fine degli anni ’50, ma solo in tempi recenti è esploso il boom. Tanto che nel 2018 ha acquisito un valore di 85 milioni di euro, nel 2022 ha raggiunto i 422 milioni e, tra il 2023 e il 2025, potrebbe toccare 700 milioni, con un tasso di crescita medio annuo del 22%.
Gli investimenti e lo sviluppo di questa tecnologia sono dilagati dall’hardware per l’elaborazione e l’archiviazione di dati, ai software per la loro dati, ai servizi di integrazione e personalizzazione fino ad altri nuovi ambiti, come l’healthcare e la medicina, il design thinking, la finanza e l’assicurazione, e le soluzioni IoT, l’Internet of Things. Uno strumento che dovrebbe avvantaggiare la vita sotto tanti punti di vista, ma che ha sollecitato anche forti dubbi, come la sua integrazione al mondo lavorativo, che può provocare la perdita di posti di lavoro, ai problemi legati alla privacy. Nonostante i detrattori, la sua ascesa non sembra arrestarsi.
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Maxim Manturov, Responsabile della ricerca sugli investimenti presso Freedom Finance Europe, afferma che: “Le previsioni di Nvidia suggeriscono un’ondata di spesa legata all’Intelligenza Artificiale all’orizzonte del settore tecnologico nei prossimi anni. In effetti, i risultati dei principali report tecnologici mostrano che la storia della domanda di intelligenza artificiale è “reale” e il suo impatto sulle principali aziende tecnologiche come Amazon, Alphabet e Meta Platforms. Questo sarà probabilmente “enorme”, con i suoi “inizi” che avranno luogo nei servizi cloud, in particolare Amazon e AWS di Google. Entrambi i giganti dei servizi cloud stanno acquistando chip abilitati all’intelligenza artificiale e costruendo servizi incentrati su di essa, per poi vendere tali servizi ai propri clienti. E questa è solo la punta dell’iceberg, ci sono ancora molte aree in cui l’IA sarà in grado di innescare un aumento della domanda di soluzioni AI”.
Diventa quindi immediato il parallelismo tra il fenomeno passato delle Dot-com e quello attuale dell’IA che si può riassumere in 5 analogie:
- il rapido sviluppo
- i tassi di crescita
- l’innovazione tecnologica
- l’entusiasmo travolgente
- le prospettive future vincenti.
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Il futuro dell’IA: continua il successo o è una possibile bolla finanziaria?
Gli indici azionari tecnologici sono in forte rialzo per l’incidenza nei settori coinvolti nell’IA. Microsoft, ad esempio, ha registrato una crescita quasi del 40% dai minimi di inizio anno.
Ma è un trend destinato a proseguire e rafforzarsi o a crollare? Alcuni esperti negano la possibilità di un fallimento, anzi, dichiarano che il successo proseguirà, altri invece, rimangono cauti e vedono un segnale negativo e fonte di preoccupazione il fatto che un numero limitato di azioni tech di grosse dimensioni possa guidare l’intero settore al rialzo, mentre la maggioranza stia sotto performando.
In ogni caso, è bene agire con prudenza, informarsi adeguatamente e fare trading online con l’ausilio di professionisti del settore, piattaforme selezionate e altamente specializzate, sicure e autorizzate, che possano garantire informazioni e analisi tecniche specifiche e veritiere, per ottenere un guadagno sicuro.
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Gli investimenti in titoli e altri strumenti finanziari comportano sempre il rischio di perdita del capitale. Le previsioni e le performance passate non sono indicatori affidabili dei risultati futuri. Prima di effettuare qualsiasi investimento, è essenziale compiere una propria analisi.
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