Quella di oggi è stata una seduta drammatica per le quotate del settore bancario. Proseguendo con il trend negativo che era già emerso nella prime sessioni del mese di agosto, i titoli bancari sono stati travolti dalle vendite fin dal primo minuto di scambi e hanno poi tagliato il traguardo con passivi più o meno pesanti dopo essere rimasti sul fondo del paniere di riferimento di Piazza Affari per gran parte della seduta.
Su Borsa Italiana il crollo delle banche significa sempre crollo del Ftse Mib e questo avviene puntualmente per un motivo ben preciso: i titoli delle banche sono quelli che pesano di più sulla capitalizzazione complessiva del paniere di riferimento e quindi se loro vanno a picco in blocco, per l’indice di Borsa Italiana è una catastrofe.
In questo articolo prima spiegheremo quali sono stati i motivi alla base del tracollo avvenuto oggi in borsa e poi forniremo alcune indicazioni su come investire in questi casi. Insomma quando un titolo crolla, le azioni hanno prezzi più bassi e quindi presentano una maggiore convenienza poichè si possono comprare a sconto. Come fare concretamente? Lo vedremo dopo.
Perchè le azioni delle banche sono crollate sul Ftse Mib
Tutte le azioni del settore bancario nella seduta di oggi sono andate a picco. Non è stato quindi un problema di dimensioni e di capitalizzazione perchè le vendite si sono abbattute tanto sulle big come Intesa Sanpaolo quanto sulle banche più piccole come Monte dei Paschi.
Proprio per questa ragione possiamo evitare di fare riferimento al singolo titolo e trattare il tema nel suo complesso. Cosa ha determinato il crollo del settore bancario sul Borsa Italiana? Prima di rispondere a questa domanda citando fattori concreti, è bene tener conto di un elemento: le azioni delle banche italiane sono cresciute tantissimo negli ultimi mesi. Giusto per fare un esempio: tra le peggiori della seduta ci sono state Banco BPM e BPER Banca ma la prima su base annua è comunque in rialzo del 50 per cento mentre la seconda si è apprezzata di oltre il 60 per cento. Quando un titolo cresce così tanto il rischio che possa poi ritracciare è naturale e fisiologico.
Solitamente i trader attendono il driver giusto per trarre profitto.
Ebbene oggi di driver ne sono arrivati ben due. Tanto per iniziare c’è stata la questione tassazione degli extraprofitti. La norma prevede che “in dipendenza dell’andamento dei tassi di interesse e dell’impatto sociale derivante dall’aumento delle rate dei mutui” l’introduzione di una imposta straordinaria a carico degli intermediari finanziari con esclusione delle società di gestione dei fondi comuni d’investimento e le società di intermediazione mobiliare. L’imposta è determinata sulla base di un‘aliquota pari al 40 per cento sul maggior valore tra:
- l’ammontare del margine d’interesse relativo all’esercizio antecedente a quello in corso al primo gennaio 2023 che eccede per almeno il 5 per cento il medesimo margine nell’esercizio antecedente a quello in corso al primo gennaio 2022;
- l’ammontare del margine di interesse relativo all’esercizio antecedente a quello in corso al primo gennaio 2024 che eccede per almeno il 10 per cento il medesimo margine nell’esercizio antecedente a quello in corso al primo gennaio 2022.
L’introduzione della tassazione degli extraprofitti delle banche era stata già annunciata ma il testo finale sembra essere ancora più rigido della bozza iniziale e da qui le vendite sui titoli del settore bancario.
Ma non è solo questa la ragione alla base del crollo delle azioni del settore bancario.
Dietro il pesante ribasso c’è anche la decisione degli analisti di Moody’s di tagliare il rating di 10 banche americane alla luce dei costi di raccolta più elevati. Tra le 10 banche Usa bocciate da Moody’s ci sono: M&T Bank, Pinnacle Financial Partners, Prosperity Bank, BOK Financial Corp, Webster Financial Corp., Old National Bancorp, Fulton Financial Corp. Ma la scure dell’agenzia non si è fermata qui. Gli esperti hanno messo sotto osservazione i giudizi di alcune tra le più importanti banche d’affari Usa portando l’outlook a negativo. Tra gli istituti che sono stati messi sotto osservazione per un eventuale downgeade ci sono: BNY Mellon, US Bancorp, State Street, Northern Trust, Cullen/Frost Banker e Truist Financial Corp.
Insomma è tutto il sistema bancario americano ad essere peggiorato dal punto di vista di Moody’s.
Comprare quando un titolo crolla: come fare
Da un punto di vista operativo, un crollo di valori in borsa è sempre un’occasione. Immaginiamo ad esempio un investitore che da tempo desiderava comprare azioni delle banche ma che non se l’è sentita di farlo per i prezzi troppo alti. Ebbene oggi questo investitore potrebbe (condizionale sempre d’obbligo) usare la flessione per acquistare su valori più bassi.
Fondamentale è utilizzare sempre broker affidabili quando si parla di trading sulle azioni. Dal nostro punto di vista, i più interessanti per investire sulle azioni delle banche sono:
- eToro: da alcuni mesi con eToro si possono acquistare azioni italiane. Punto di forza di eToro è la possibilità di operare con il copy trading per copiare le le strategie dei trader più esperti. Se invece si volesse investire al ribasso, tornerebbero molto utili i CFD azionari i quali, senza il possesso dell’asset sottostante, danno la possibilità di fare short trading.
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