Quando una banca taglia la sua valutazione su un titolo, gli investitori dovrebbero subito accendere un faro sul downgrade perchè da lì a breve ci potrebbero essere delle conseguenze sull’andamento in borsa della quotata declassata. Le revisioni al ribasso delle valutazioni dovrebbero quindi portare ad una verifica sulla strategia trading fin qui seguita per poi procedere, se opportuno, con i necessari riallineamenti.
In questo articolo parleremo proprio di un downgrade (e per giunta molto pesante): quello subito dalle azioni Iren per mano degli analisti di Intesa Sanpaolo. La bocciatura che è stata espressa dalla banca guidata da Messina è completa nel senso che gli esperti hanno letteralmente cambiato la loro prospettiva sull’utility. Se prima le azioni Iren erano da comprare, adesso sono solo da mantenere in portafoglio. Per la serie i trader che non hanno investito su questa quotata, forse dovrebbero guardare altrove mentre quelli che hanno già azioni Iren nel portafoglio non dovrebbero aumentare la loro quota di esposizione.
Ma come mai per Intesa Sanpaolo le azioni Iren non sono più da comprare ma solo da mantenere?
Vediamo nel dettaglio.
Intesa Sanpaolo taglia a hold il rating su Iren: le ragioni
Gli analisti di Intesa Sanpaolo hanno ridotto il rating dal precedente buy (ossia comprare) a hold (mantenere) riducendo anche il target price che è passato da 2,6 euro a 2,1 euro. Il taglio di prezzo obiettivo, si traduce in una riduzione, in questo caso anche significativa del potenziale di upside.
Tra revisione al ribasso del rating e taglio del target price, quindi, la notizia è doppiamente negativa per i trader interessati ad investire sull’utility.
Ma da dove nasce questa sonora bocciatura decisa da Intesa Sanpaolo? La decisione di tagliare il giudizio è frutto di una valutazione sui conti del primo trimestre 2024 recentemente approvati dal consiglio di amministrazione della quotata.
Iren ha chiuso i primi tre mesi dell’anno con ricavi pari a 1,57 miliardi di euro, in ribasso di ben il 22,4 per cento rispetto ai 2,02 miliardi messi a segno nei primi tre mesi del 2023. La flessione del fatturato è imputata alla significativa contrazione dei ricavi energetici. A “compensare” il calo dei ricavi è il rialzo el margine operativo lordo che ha segnato una progressione del 4 per cento passando da 368,5 milioni a 383,2 milioni di euro. Tuttavia l’utile netto di Iren al termine del primo trimestre 2024 ha segnato un ribasso da 135,17 milioni di euro a 122,16 milioni di euro. La flessione dell’utile è stata imputata del management all’incremento del tax rate.
Secondo gli esperti, il leverage dell’utility sarà prioritario rispetto alla remunerazione degli azionisti e agli stessi investimenti volti ad assicurare una certa stabilità e mantenere il suo profilo di rating. Ma non si tratta solo di questo. Per Intesa SP la sensibilità ai prezzi delle commodity condizionerà la redditività degli impianti Power/Waste oltre che limitare la flessibilità finanziaria della quotata.
Come investire in azioni Iren dopo il downgrade di Intesa Sanpaolo?
Come si può vedere dal grafico in alto, le azioni Iren nella prima di Ottava segnano una progressione dell’1,7 per cento a 1,9 euro. Grazie al rialzo in atto oggi, il titolo consolida la sua prestazione dell’ultimo mese che è ora pari al 6,18 per cento. Resta invece negativa, sia pure di poco, la performance anno su anno che è pari a -2 per cento.
Il fatto che le variazioni siano di poca entità non deve stupire. Iren è una utility e, per loro natura, tutte le quotate di questo settore tendono ad oscillare poco. Si tratta di una situazione tipica delle società che operano nell’erogazione di servizi pubblici essenziali come ad esempio luce o gas.
Ad ogni modo per investire sulle azioni Iren sfruttando i movimenti di prezzo della quotata (quindi anche le flessioni) si può ricorrere a strumenti derivati come i CFD. Il trading con i Contratti per Differenza è disponibile sia sulle piattaforme di broker come eToro che su quelle di banche come Fineco.
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