Chi sta cercando azioni da tenere d’occhio in avvio di contrattazioni, dovrebbe prendere in considerazione la possibilità di investire sulle azioni Juventus. In un contesto caratterizzato da pochi spunti generali (ma potrebbe pensare la guerra esplosa in Israele dopo gli attacchi terroristici degli integralisti islamici di Hamas ad insediamenti civili israeliani), trovare azioni con un minimo di appeal non è semplici. Le azioni Juventus, però, si potrebbero mettere in evidenza fin da subito grazie a due driver molto pesanti: la presentazione dei conti dell’ultimo esercizio (la Juve chiude il bilancio al 30 giugno) e l’approvazione del nuovo aumento di capitale (l’ennesimo in casa bianconera).
Le azioni Juventus Fc partono da 0,26 euro. La quotata non se la passa affatto bene anche a causa dell’esclusione dalla Champions: nell’ultimo mese c’è stata una flessione del 16 per cento mentre anno su anno i prezzi sono calati del 4 per cento. Per farla breve della Juve pimpante che riuscì, sia pure per un breve periodo di tempo, ad essere ammessa anche al Ftse Mib, il più importante indice di Borsa Italiana, oggi non c’è più niente.
Premesso questo, vediamo come è andato l’ultimo esercizio dei bianconeri e quali sono le decisioni assunte dal CdA in merito all’aumento di capitale.
Bilancio Juve 2022/2023: ecco i dettagli
La Juve ha chiuso l’esercizio 2022/2023 con ricavi per complessivi 507,65 milioni di euro, in progressione del 14,5 per cento rispetto ai 443,38 milioni messi a segno nell’esercizio precedente. L’aumento dei ricavi è stato possibile grazie al rialzo del fatturato derivante da gare e da proventi da gestione diritti calciatori.
Scendendo nel conto economico, il risultato operativo è stato negativo per 99,29 milioni di euro, valore che si raffronta con il rosso di 221,65 milioni dell’esercizio 2021/2022. Alla luce di questi dati, la Juventus FC ha chiuso lo scorso esercizio con una perdita netta pari a 123,69 milioni di euro che si raffronta con il rosso di 239,26 milioni che era stato contabilizzato nell’esercizio precedente.
A fine giugno, inoltre, l’indebitamento netto era balzato a quota 339,9 milioni di euro, rispetto ai 153 milioni di inizio esercizio a causa dei pagamenti netti legati alle campagne trasferimenti (pari a 76,2 milioni, soprattutto di esercizi precedenti) e agli investimenti in immobilizzazioni materiali, immateriali ed altre immobilizzazioni. A pesare anche i flussi negativi della gestione operativa, pari a 42,3 milioni di euro, valore che comprende anche i 48,8 milioni, non ricorrenti, relativi al pagamento delle rate di contributi e ritenute di esercizi precedenti, e l’esborso per oneri finanziari e da altre voci minori pari a 17,1 milioni.
Il vero problema, però, riguarda le stime per il primo trimestre del nuovo esercizio. Stando alle indicazioni della quotata, i primi 3 mesi del nuovo esercizio dovrebbero registrare una perdita superiore al terzo del capitale. Si verrebbero quindi a creare i presupposti previsti dal codice civile.
Di conseguenza, a supporto della realizzazione degli obiettivi del Piano di lungo periodo per gli esercizi 2023/2024 – 2026/2027, nonché tenuto conto degli impatti che derivano dagli esiti dei procedimenti sportivi italiani e internazionali avviati nel 2022/2023, il consiglio di amministrazione della quotata bianconera, ha definito le linee guida di una manovra di rafforzamento patrimoniale da attuarsi mediante la riduzione del capitale al minimo legale e contestuale aumento del capitale (a pagamento) per massimi di 200 milioni di euro.
Nuovo aumento di capitale in vista per la Juventus, quindi.
Aumento capitale Juve da 200 mln di euro: cosa sappiamo ad oggi
La nuova ricapitalizzazione della Juve si inserisce nel più ampio contesto di implementazione di misure volte a supportare il raggiungimento degli obiettivi strategici del piano e, più in generale, delle misure che hanno come obiettivo quello di raggiungere il pieno equilibrio delle fonti di finanziamento.
Exor, che della Juve è azionista di riferimento, ha già fatto sapere che sosterrà l’operazione sottoscrivendo la sua quota di pertinenza che è pari al 63,8 per cento. Allo stesso tempo la stessa Exor ha già dato la sua disponibilità a sottoscrivere la quota di aumento di di propria pertinenza, pari al 63,8 per cento e anche ad effettuare versamenti in conto futuro aumento di capitale per massimi 128 milioni di euro.
Il consiglio di amministrazione della Juve valuterà se è il caso di costruire un consorzio di garanzia per la sottoscrizione e liberazione delle nuove azioni eventualmente non sottoscritte.
A prescindere dal caso specifico della Juve, nel momento in cui c’è un aumento di capitale, il titolo coinvolto tende ad avere una buona visibililità.
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