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Per Equita le azioni MPS sono da mantenere - BorsaInside

Tra i titoli più dinamici delle ultime sedute del Ftse Mib c’è stato il Monte dei Paschi. La quotata senese è partita dai 4,38 euro di lunedì per arrivare ai 4,97 euro dell’ultima di Ottava. A dare appeal alle azioni MPS sono state le indiscrezioni sul risiko bancario che, dopo settimane di tono piuttosto basso, sono tornate a riaccendersi alla grande in scia alla salita di Unipol nel capitale di BPER Banca.

Tra gli analisti non ci sono dubbi sul fatto che proprio la banca toscana sarà uno dei capisaldi in eventuali operazioni di razionalizzazione del settore bancario. Il punto che invece divide profondamente gli analisti riguarda l’identità della controparte. Insomma, in caso di risiko bancario, con quale banca ha più possibilità di fondersi il Monte dei Paschi?

Proprio questo è l’interrogativo che si è posto un articolo apparso sul Messaggero nei giorni scorsi. La risposta che il quotidiano romano ha dato è per certi versi una conferma mentre per altri è una sorpresa.

Fusione tra MPS e Unipol e tra MPS e Unicredit?

Secondo quanto riportato dal Messaggero nel caso in cui ci dovesse essere una fusione di MPS con altre banche, l’istituto con maggiori probabilità di essere la controparte sarebbe Unicredit. Diciamo subito che l’ipotesi del Messaggero non è affatto una novità. Chi ha seguito un pò le varie indiscrezioni che negli anni hanno accompagnato l’oramai famigerato dossier sul risiko bancario, sa perfettamente che di fusione MPS Unicredit si è sempre parlato anche se, di concreto, non c’è mai stato nulla.

L’ipotesi per ultimo ripresa dal Messaggero è quindi quella di un consolidamento del doppio polo bancario italiano. Con Intesa Sanpaolo fuori dai giochi (la banca guidata da Messina era stata già grande protagonista all’epoca della fusione con UBI Banca), il matrimonio tra Unicredit e MPS andrebbe a rafforzare il polo che fa riferimento a Piazza Gae Aulenti e quindi l’intero sistema attuale. Ovviamente uno scenario come quello teorizzato dal quotidiano romano implicherebbe la fine delle velleità sul terzo polo bancario italiano.

Equita vede più probabile una fusione tra MPS e Unipol

L’ipotesi di una aggregazione tra Monte dei Paschi e Unicredit non è condivisa da Equita. Secondo la sim milanese è Unipol il soggetto che, dal punto di vista industriale, avrebbe il maggior interesse a prendere in considerazione l’ingresso nel capitale della banca toscana con l’obiettivo di espandere ancora di più il proprio network banca-assicurativo.

E in effetti, quasi a dare conferma all’ipotesi di una fusione Unipol-MPS, c’è il dato che arriva direttamente da Piazza Affari. Le azioni MPS sono state quelle che hanno tratto più beneficio dalla recente mossa di Unipol su BPER Banca. Il mercato, insomma, crede in un possibile coinvolgimento attivo del Monte dei Paschi nel risiko bancario italiano nell’ambito di un disegno volto alla creazione di un terzo polo bancario italiano accanto a Unicredit e a Intesa Sanpaolo. Proprio grazie al rally di questa settimana, le azioni MPS hanno consolidato la loro prestazione su base mensile (ora pari al 2 per cento) e soprattutto quella su base annua (aggiornata al +113 per cento). Che il Monte dei Paschi sia un titolo in salute lo si intuisce anche dall’altrettanto robusto verde accumulato da inizio anno. Il rialzo registrato da MPS nel 2024 ammonta al 52 per cento ed è da mettere in relazione sia con un miglioramento del profilo finanziario della quotata che con la progressiva uscita del Tesoro.

Grazie proprio al rally degli ultimi giorni, Monte dei Paschi è arrivata fino a 4,97 euro. In pratica siamo ad un soffio dai 5 euro fissati da Equita come target price del titolo. Possiamo dire che il prezzo delle azioni MPS sia al livello corretto almeno secondo l’interpretazione della sim milanese. Quando il prezzo attuale coincide con quello obiettivo significa che non è presente alcun potenziale di upside. E infatti, dal punto di vista di Equita, le azioni MPS sono solo da mantenere (rating hold) e non da comprare.

Da dove nasce questa view alquanto fredda sulla banca toscana? In un loro recente report gli analisti hanno affermato che le recenti dichiarazioni rilasciate dal ministro Giorgetti sono in linea con la loro previsione circa la scarsa probabilità che il MEF potesse cedere una rilevante di MPS in suo possesso (si era parlato del 10 per cento del capitale ancora in mano al Tesoro) in tempi stretti.

Quindi, se almeno fino a settembre è destinato a restare tutto fermo (tra l’altro ad agosto dal management di MPS arriveranno i dettagli sul nuovo piano strategico della banca) allora, al netto di voci di corridoio, è inutile attendersi grandi elementi di visibilità per la banca toscana. Da qui la raccomandazione hold di Equita.

La prudenza, però, non significa che i trader non possano posizionarsi sul titolo per cavalcare le indiscrezioni. Fare trading sui rumors può essere molto soddisfacente. Per comprare azioni MPS o speculare con i CFD sulle oscillazioni di prezzo si possono usare broker come eToro e banche come Fineco.

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