Giornata da incubo per due quotate “minori” di Borsa Italiana. Parliamo di Juventus e di Fidia, due titoli appartenenti al paniere Euronext Milan. Entrambi sono in forte ribasso con la quotata bianconera in calo del 6 per cento a 2,46 euro e la società nella tecnologia del controllo numerico e dei sistemi integrati per il calcolo, la scansione e la fresatura di forme complesse che sta invece perdendo oltre il 6 per cento scivolando a 0,09 euro per azione. I motivi alla base del violento sell-off che sta interessando le due società non centrano assolutamente nulla tra di loro.
Diciamo che i due titoli si limitano a condividere lo stesso destino pesante. Vediamo meglio nel dettaglio anche per cercare di offrire ai lettori spunti operativi pratici. Ricordiamo che anche quando un titolo è in forte calo si può fare trading ricorrendo ad esempio a strategie ribassiste (short trading) se le stime dovessero essere per una ulteriore flessione. Tali strategie possono essere implementate attraverso strumenti derivati come i CFD che non implicano il possesso del sottostante.
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Juventus crolla dopo la sconfitta con lo Stoccarda
Dietro alle forti vendite sulle azioni Juventus c’è il più classico dei motivi per una società di calcio. La Juventus è stata infatti sconfitta in casa nella sfida di Champions contro lo Stoccarda. I bianconeri hanno incassato una pesantissima rete sul finale (0-1 il risultato al Novantesimo) grazie ad prodezza dell’atalantino El Bilal Toure. Il risultato è un problema non solo per il cammino dei bianconeri nella competizione ma anche per l’andamento in borsa del titolo. Se la Juve dovesse uscire dalla Champions sarebbe infatti un grave smacco e a risentirne sarebbero i conti della quotata. Ecco quindi che dal mercato arriva subito l’alert attraverso una pioggia di vendite.
Dal punto di vista grafico è in atto un allentamento della curva rispetto alla forza espressa dall’indice di riferimento Ftse Italia All-Share. Proprio questo movimento potrebbe esporre il titolo bianconero ancora di più alle alle vendite. Dal punto di vista dell’analisi tecnica, invece, la tendenza di breve termine è per un rafforzamento con area di resistenza collocata a 2,504 euro mentre la zona di supporto più vicina è a quota 2,394 euro.
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Azioni Fidia a picco dopo i conti del primo semestre 2024
Spostandoci su Fidia, a pesare in questo caso sono le indicazioni negative arrivate dai conti del primo semestre 2024. La quotata ha chiuso il periodo di riferimento con ricavi netti a quota 9,42 milioni di euro, in aumento del 4,4 per cento rispetto agli 8,99 milioni di euro messi a segno nel primo semestre 2023 e un margine operativo lordo MOL negativo per 1,84 milioni di euro contro il rosso di 1,1 milioni di un anno fa.
Il primo semestre 2024 di Fidia si è chiuso con una perdita netta (esclusa la quota di terzi) pari a 7,22 milioni di euro che si raffronta con il rosso di 2,08 milioni di euro del primo semestre 2023. A parziale consolazione del rialzo della perdita c’è il fatto che l’indebitamento netto al 30 giugno 2024 si sia ridotto a 6,69 milioni di euro contro i 9,26 milioni di inizio anno.
Inutile dire che la riduzione del livello di debito non è bastata ad arginare le vendite su Fidia. Ma c’è anche dell’altro alla base della reazione negativa da parte del mercato. A causa proprio dell’andamento dei primi sei mesi, Fidia ha anche aggiornato il piano industriale per il 2024-2027 e, per quello che riguarda l’esercizio in corso, prevede ricavi in area 23,35 milioni di euro, un margine operativo lordo positivo per 216mila euro e un livello di indebitamento finanziario netto pari a 2,38 milioni di euro.
Allargando poi l’arco temporale a tutto il piano, il management della società prevede di ottenere a fine piano ricavi in linea con quelle che sono le previsioni.
Il crollo odierno delle azioni Fidia porta ad un netto peggioramento della prestazione del titolo da inizio anno. Il passivo da inizio 2024 è pari al 90 per cento, più o meno lo stesso livello del rosso accumulato su base annua. Il calo evidenziato da Fidia non è però occasione per comprare a sconto a dirlo sono gli stessi analisti che coprono la quotata. Ad inizio ottobre, infatti, gli esperti di Intesa Sanpaolo hanno confermato il rating hold (mantenere) con target price tagliato a 2,5 euro comunque molto più in alto dei prezzi attuali.
La prudenza su questa quotata è quindi obbligatoria per chi volesse investirvi.
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