Gli investitori che fossero alla ricerca di azioni su sui puntare in apertura di contrattazioni a Piazza Affari dovrebbero seriamente considerare il titolo Eni. Due i motivi per cui la quotata del Cane a Sei zampe potrebbe godere di forte visibilità fin dal primo minuto di contrattazioni: la pubblicazione dei conti dei primi nove mesi 2024 avvenuta questa mattina e le decisioni relative alla seconda tranche del dividendo Eni 2025 adottate nell’ambito della più vasta delibera dedicata proprio alla remunerazione degli azionisti.
Si tratta di due driver potenzialmente molto forti e in grado di spingere al rialzo (o al ribasso) l’andamento del titolo. Proprio per questo motivo prima di decidere come posizionarsi sulla quotata sarebbe il caso di dare un occhio ad entrambi i temi. Visto che gli investitori tengono soprattutto alla questione “cedola” sarà proprio da qui che partiremo.
Stacco seconda tranche dividendo Eni 2025: data a rendimento
Il dividendo di Eni si articola in quattro diverse tranche. Ieri il consiglio di amministrazione della quotata oil ha deliberato sullo stacco della seconda tranche della cedola. Il dividendo sarà pari a 0,25 euro (su una remunerazione totale a valere sull’esercizio 2024) e sarà staccato giorno lunedì 18 novembre 2024 con pagamento a partire dal 20 successivo 20 novembre 2024.
L’ammontare della tranche era già noto visto che la remunerazione totale degli azionisti era stata già deliberata in occasione dell’assemblea tenutasi lo scorso 15 maggio 2024.
L’informazione davvero utile in ottica investimento è più che altro l’ammontare del dividend yield. Tenendo conto dei recenti prezzi delle azioni Eni, il rendimento da dividendo ammonta all’1,76 per cento. Ovviamente questa percentuale fa riferimento alla sola seconda tranche.
Trimestrale Eni nel dettaglio
Eni ha mandato in archivio i primi nove mesi del 2024 con ricavi della gestione caratteristica pari ad un totale di 65,31 miliardi di euro, in ribasso del 5 per cento rispetto ai 69,1 miliardi messi a segno nei primi tre trimestri dell’anno precedente. Nello stesso arco temporale, la produzione di idrocarburi da parte del Cane a Sei Zampe ha segnato un aumento del 4 per cento attestandosi ad oltre 1,7 milioni di boe/giorno.
Scendendo nel conto economico, i primi nove mesi si sono chiusi con un utile operativo adjusted pari a 8,65 miliardi di euro in ribasso del 22 per cento rispetto agli 11,04 miliardi registrati nei primi nove mesi dell’esercizio precedente e con un operativo proforma adjusted pari a 11,62 miliardi di euro. Per finire, al termine del periodo di riferimento, il risultato netto adjusted è stato positivo per 4,37 miliardi di euro contro i 6,66 miliardi di euro che erano stati contabilizzati nei primi nove mesi del 2023. Il dato ha segnato un ribasso del 34 per cento. Il risultato netto, invece, è stato stato positivo per 2,39 miliardi di euro.
Nel solo terzo trimestre 2024, Eni ha realizzato un utile operativo adjusted pari a 2,44 miliardi di euro contro gli 3,01 miliardi messi a segno al termine del terzo trimestre 2024 (19 per cento in meno) e un utile operativo proforma adjusted pari a 3,4 miliardi. Segno negativo anche per il risultato netto adjusted che ha segnato un calo a quota 1,27 miliardi contro gli 1,82 miliardi che erano stati realizzati nel terzo trimestre 2023.
Per quello che riguarda il debito, alla fine di settembre l’indebitamento netto ammontava a 16,75 miliardi in deciso rialzo rispetto ai 14,9 miliardi di inizio anno. Sempre al 30 settembre il leverage era pari a 0,31.
Quali erano le previsioni sui conti trimestrali di Eni
Non serve essere dei grandi esperti per percepire che l’ultimo trimestre di Eni non sia andato bene.
A fare la differenza quando si parla di investimenti è però il raffronto tra i conti reali e quelle che erano le stime della vigilia. Come abbiamo indicato nel report dedicato alle previsioni della trimestrale Eni, gli analisti si attendevano un utile operativo adjusted pari a circa 2,25 miliardi di euro (a partire dai 3,15 miliardi dell’utile operativo proforma adjusted) e un utile netto adjusted pari a circa 1,08 miliardi di euro. Per finire la produzione di idrocarburi era indicata a 1,65 milioni di barili equivalenti al giorno.
E’ confrontando i conti reali con quelle che erano le stime che si possono avere elementi utili per capire come posizionarsi sulla quotata. Ricordiamo che per speculare sulla trimestrale Eni non è necessario comprare azioni vere. Se non c’è interesse a diventare azionisti si può infatti considerare il trading con i CFD.
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Previsioni esercizio 2024 di Eni
Alla luce dei conti dei primi nove mesi dell’esercizio in corso, il management di Eni ha proceduto con la revisione di alcune delle stime sull’intero anno. In particolare, anche considerando un valore di Brent su base annua rivisto a 83 dollari al barile in un contesto caratterizzato da un dollaro più debole, la previsione annua di EBIT proforma adjusted è stata rivista a 14 miliardi di euro mentre ora il flusso di cassa adjusted prima della variazione del circolante viene indicato a 13,5 miliardi di euro.
Gli investimenti organici sono invece visti a meno di 9 miliardi di euro comprendendo anche gli attesi sviluppi del piano di dismissioni mentre gli investimenti al netto degli incassi sono confermati a un valore più basso di 6 miliardi di euro.
In merito al piano di dismissioni, il Cane a Sei Zampe ha confermato che tutto sta procedendo in modo più spedito dello stesso programma tanto che la maggior parte degli 8 miliardi di euro di incassi netti previsti nel piano quadriennale potrebbero essere realizzati più rapidamente del previsto. Proprio ieri Eni aveva annunciato la cessione del 25 per cento di Enilive a KKR e un piano di rilancio di Versalis.
Come reagiranno i prezzi di Eni ai conti trimestrali?
Le azioni Eni oggi partono da 14,37 euro. Il titolo nell’ultimo mese ha guadagnato l’1,13 per cento mentre la performance a un anno è negativa per il 7 per cento, passivo che si allarga all’8 per cento da inizio 2024.
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