Tra le quotate più attese nella seduta di borsa di oggi c’era Iren. Il titolo dell’utility era sotto ai riflettori fin da questa mattina in scia al clima di attesa per l’approvazione dell’aggiornamento al piano industriale 2024-2030 contenente, tra l’altro, le nuove indicazioni sulla politica dei dividendi.
Il titolo Iren ha vissuto la seduta nell’attesa del comunicato ufficiale della società oscillando tra un minimo di 1,96 euro e un massimo di 2 euro per poi chiudere a quota 1,98 euro in rialzo dello 0,98 per cento rispetto alla seduta di ieri. Grazie alla progressione di oggi, Iren ha rafforzato la sua prestazione su base mensile che è ora pari al 9,29 per cento. Visto che ci siamo, anno su anno, invece, il verde dell’utility è del 15 per cento circa.
Ma vediamo quali sono stati i più importanti punti del piano Iren al 2030 partendo dall’aspetto che più interessa gli azionisti ossia la politica di remunerazione.
Ecco la nuova politica dei dividendi di Iren
Per quanto concerne la politica di remunerazioni degli azionisti per i prossimi anni, il consiglio di amministrazione di Iren ha fissato un dividendo pari al valore massimo tra un incremento annuo del dividendo dell’8 per cento da considerare come floor fino al 2027 e un pay-out del 60 per cento. Il management si è quindi impegnato a garantire la stabilità della cedola evidenziando come il tasso di crescita risultate da questa nuova dividend polity sarà più alto di quello medio del settore.
Le buone indicazioni che arrivano dal piano di Iren al 2030 non riguardano solo la politica dei dividendi ma anche quella degli investimenti. Essi saranno pari a 8,2 miliardi di euro lordi e verranno così divisi per tutta la durata del piano: 60 per cento in nuovi investimenti e 40 per cento in mantenimento.
I target del piano industriale Iren al 2030
Il piano industriale di Iren al 2030 si articola lungo tre direttrici principali: la transizione ecologica, la creazione di valore dai territori e il livello qualitativo del settore.
Per quello che riguarda il primo punto, Iren proseguirà con la decarbonizzazione delle fonti di generazione energetica e con il rafforzamento della posizione di leadership che già ora l’utility ha nell’economia circolare.
In merito alla creazione di valore dai territori (seconda direttrice) obiettivo del management è quello di continuare a fare sistema con il territorio per lo sviluppo di nuove infrastrutture e impianti.
Infine, in merito alla qualità del servizio (terza direttrice del piano), essa verrà perseguita mediante il miglioramento delle performance e la massimizzazione dei livelli di soddisfazione dei clienti.
In merito ai numeri (aspetto che più interessa gli investitori) Iren punta a conseguire un margine operativo lordo al 2030 (anno di termine del piano) pari a 1,8 miliardi di euro. Anno per anno il tasso medio di incremento dello stesso Ebitda dovrebbe essere del 6 per cento. A fine piano, poi, il reddito operativo si dovrebbe attestare a quota 860 milioni mentre l’utile netto a oltre 400 milioni contro i 255 milioni del 2023 e ad un tasso annuo medio di incremento del 7 per cento circa. Per finire, a fine piano la posizione finanziaria netta sul margine operativo lordo dovrebbe attestarsi a 2,7 volte contro i 3,3 del 2023.
Ricordiamo che la presentazione di un piano industriale da parte di una quotata offre sempre spunti interessanti agli investitori. E’ probabile che già da domani molti analisti possano mettere a confronto i target previsti da Iren su conti, investimenti e dividendi con quelle che erano le previsioni della vigilia. Per cavalcare il driver piano industriale si può operare sia con le piattaforme dei broker che con quelle delle banche. eToro è un esempio del primo caso e Fineco del secondo.
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