L’inizio della settimana è stato piuttosto incerto per i mercati azionari europei, e nella giornata di oggi anche l’indice Ftse Mib ha aperto in ribasso, con un calo dello 0,25% a 34.870 punti.
Le previsioni sull’andamento dei mercati sono soprattutto legate ora alle prossime decisioni che la Banca Centrale Europea (BCE) prenderà nel contesto degli interventi nececssari per affrontare le sfide attuali, in primis quella dell’inflazione.
Ultimi aggiornamenti dai mercati azionari europei
Dopo i ribassi di inizio settimana, i mercati azionari europei si muovono con prevalente incertezza. Possiamo osservare come l’andamento di alcuni titoli italiani abbia rispecchiato questo trend, mentre altri hanno guadagnato terreno.
È il caso di Saipem e Iveco Group, che hanno registrato un aumento dell’1,9%, mentre nel frattempo i titoli di A2a, Enel e Bper hanno perso rispettivamente l’1,1%, lo 0,9% e ancora lo 0,9%.
La seduta di Piazza Affari di oggi si prospetta poi priva di particolari colpi di scena, ma con i riflettori puntati sulle scelte che la BCE andrà ad operare. Non solo gli interventi di alcuni rappresentanti della banca centrale, come Centeno, Holzmann, Knot, Villeroy e Richmond a catalizzare le attenzioni dei mercati, ma c’è anche grande attesa per i dati dagli Usa sull’indice manifatturiero della Federal Reserve di Richmond.
Sullo sfondo, a guadagnare rilievo nel quadro d’insieme, l’appuntamento elettorale degli Stati Uniti, con le elezioni presidenziali del 5 novembre il cui esito potrebbe determinare, tra le altre cose, cambiamenti sullo scacchiere mediorientale, con dirette conseguenze sui mercati.
Obbligazioni Usa ed Europa continuano a crescere
In questo momento registriamo un ulteriore rialzo dei rendimenti delle obbligazioni negli Stati Uniti e in Europa. Possiamo osservare che non vi sono significativi movimenti poi per quel che riguarda lo spread Btp-Bund, che resta intorno a 122 punti base, con il decennale italiano al 3,52% e il benchmark tedesco al 2,3%.
A completare il quadro complessivo il dato relativo alle materie prime, strettamente legato al modo in cui evolve la situazione in Medio Oriente, e suscettibile dunque di variazioni potenzialmente significative all’innesco di eventuali escalation. Su questo fronte troviamo ora il petrolio Brent che chiude a 74 dollari al barile.
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Il dato dell’oro non fa poi che confermare il clima di grande incertezza, infatti il bene rifugio per antonomasia continua ad aggiornare il suo massimo storico, toccando ora i 2.735$ l’oncia.
Infine, il dato relativo all’andamento del cross valutario EUR/USD, che si mantiene sopra la zona di 1,0825, mentre il cambio USD/JPY si attesta su 150,7.
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