ingesso della borsa di Milano e immagine uomo che pensa
Attenzione a questi livelli tecnici del Ftse Mib - BorsaInside

Dopo la pesantissima correzione registrata ieri dalla borsa di Milano (il Ftse Mib ha lasciato sul parterre il 2,68 per cento crollando a quota 32.857 punti, appena sopra i minimi intraday a 32.785 punti) c’è molta attesa tra gli investitori per quello che potrebbe accadere oggi nell’ultima di Ottava.

La domanda che tutti i trader si stanno ponendo proprio in questi minuti è semplicemente questa: Borsa Italiana dopo il crollo rimbalzerà oppure ci sarà una prosecuzione del sell-off? Rispondere a questo interrogativo significa ragionare sulle previsioni relative all’apertura. Quale è lo scenario più probabile?

Fermo restando che nessuno ha la sfera di cristallo, è palese che ci siano delle indicazioni molto chiare su quello che potrebbe accadere. Parliamo del contesto di riferimento e quindi della chiusura di Wall Street e di Tokyo.

Le premesse all’apertura di Borsa Italiana: Tokyo e Wall Street

Ieri è stata una giornata da incubo per tutte le borse e non solo per quella di Milano. A picco è andata anche Wall Street che ha terminato gli scambi con il Dow Jones in ribasso dell’1,21 per cento a 40.345 punti, l’S&P 500 in flessione dell’1,37 per cento a 5.447 punti e il Nasdaq che ha perso il 2,3 per cento a 17.194 punti. Insomma un giovedì nero anche per la borsa americana che, come nel più classico degli effetti a cascata, ha pesato tantissimo anche sulla borsa giapponese.

A Tokyo l’indice Nikkei ha chiuso con un calo del 5,81 per cento a 35.910 punti, dopo aver oscillato tra un minimo di 35.880 punti e un massimo di 37.472 punti. Una vera e propria caporetto anche per la borsa giapponese che la dice lunga sull’attuale fase di sentiment dei mercati.

Visti questi dati non c’è nulla di cui stupirsi se i futures sui principali indici della borsa di Milano siano orientati al ribasso.

Ftse Mib: crollo o rimbalzo? Cosa dice l’analisi tecnica

Il fatto che il paniere di riferimento di Piazza Affari sia sceso sotto quota 33.000 punti (come avvenuto ieri) potrebbe avere un lungo strascico sull’azionario. Ci sono ampi rischi che il Ftse Mib, dopo aver sfondato al ribasso i 32800 punti, possa arrivare a testare anche i 32500 punti che poi sarebbero i minimi da metà giugno. A questo punto fondamentale sarebbe la tenuta di questo livello, poichè se dovesse cedere al ribasso, il calo potrebbe proseguire fino a 32.000 punti e, successivamente, fino a 31.500 punti e poi addirittura a 31.000 punti.

Al contrario se il paniere di riferimento di Piazza Affari dovesse riuscire a tenere i 32.500 punti, allora ci potrebbe essere prima un rialzo verso i 32800 punti e poi anche verso i 33.000 punti.

La posta in gioco è quindi molto alta e di certo il Ftse Mib in questa e nelle prossime sedute sarà caratterizzato da una spiccata volatilità. Investire in borsa in una situazione simile è rischioso ma al tempo stesso può offrire numerosi spunti operativi.

Per operare si possono usare strumenti derivati come i CFD che consentono di speculare su tutto l’indice Ftse Mib senza possesso del sottostante con il vantaggio di poter fare trading a lega sia al rialzo (long) che al ribasso (short).

I CFD sono disponibili sulle piattaforme di broker come eToro e di banche come Fineco.

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Azioni Stellantis e Pirelli da tenere d’occhio: ecco perchè

Sono tantissime le quotate da tenere d’occhio sul Ftse Mib nella seduta di oggi. Ci sono sicuramente le azioni Tenaris che ieri hanno rimediato un pesante sell-off ma ad catalizzare l’attenzione degli investitori potrebbero essere due titoli ben precisi: Stellantis e Pirelli. Il motivo per cui queste due quotate sono da monitorare riguarda la disponibilità di notizie price sensitive sul loro conto (fattore invece assente nel caso di Tenaris le cui eventuali variazioni sarebbero frutto unicamente di movimenti tecnici dopo il crollo di ieri).

Nel caso di Stellantis, un potenziale catalizzatore potrebbe arrivare dai dati sulle immatricolazioni auto in Italia nel mese di luglio. Il Ministero dei Trasporti ieri ha reso noto che in Italia sono state immatricolate 124.806 vetture con un rialzo del 4,7 per cento rispetto alle 119.247 dello stesso periodo di un anno fa. In questo contesto generale, le vendite di Stellantis sono andate malissimo. Il gruppo ha immatricolato appena 35mila unità con un ribasso dell’8,4 per cento su base annua. Di conseguenza la quota mercato di Stellantis è crollata al 28,04 per cento.

Per quello che riguarda Pirelli, invece, spunti potrebbero arrivare dai conti trimestrali che si sono chiusi con una crescita dei principali indicatori economici, molti dei quali hanno anche battuto le stime della vigilia. In particolare il margine operativo lordo adjusted è salito da 739,1 milioni a 768,3 milioni di euro evidenziando una dinamica positiva del 4 per cento.

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