Anche sotto Natale, Unicredit conferma la fama che oramai da tempo si porta appresso: quella di essere uno dei titoli più dinamici di tutta Piazza Affari. Nei giorni scorsi, infatti, Piazza Gae Aulenti ha annunciato di aver concluso l’acquisto di 860 mila azioni di Banco BPM per un controvalore pari a circa 5,85 milioni di euro. L’operazione impatta positivamente sulla prestazione di Unicredit nell’ultima di Ottava con i prezzi che salgono dell’1,56 per cento a quota 38,30 euro ma ha effetto positivo anche sull’andamento del titolo Banco BPM che registra un rialzo dell’1,15 per cento a quota 7,77 euro.
La spiegazione di questa “reazione” positiva su entrambe le quotate è molto semplice: evidentemente l’opzione di acquisto di azioni Banco BPM ( vedremo tra poco i dettagli) va ad alimentare le indiscrezioni sulla possibilità che l’OPS annunciata da Piazza Gae Aulenti su Piazza Meda (per ora ferma al “no” della banca guidata da Castagna) possa avere un qualche sviluppo. Non è necessario che tale ipotesi possa effettivamente concretizzarsi per alimentare una speculazione che si nutre di rumors fagocitandosi ancora di più nel momento in cui arrivano delle notizie reali che in qualche modo sostengono le indiscrezioni. News vere proprio come l’acquisto di azioni di Banco BPM.
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Unicredit regola un contratto derivato su azioni Banco BPM
Unicredit Bank GmbH, controllata tedesca del gruppo di Piazza Gae Aulenti, ha reso noto di aver esercitato un’opzione call stile americano (scadenza 20 dicembre 2024, vendute prima del 25 novembre 2024), su 860 mila azioni Banco BPM, pari allo 0,057 per cento del capitale di Piazza Meda. Le azioni sono state acquistate a un prezzo di 6,8 euro ciascuna che è più basso rispetto all’attuale valore di mercato di circa 7,7 euro per azione. L’importo complessivo dell’operazione è ammontato a 5,85 milioni di euro.
Nonostante il valore dell’acquisizione non sia proprio paragonabile alla dimensione complessiva di Banco BPM, Unicredit, proprio perchè ha annunciato un’OPS sulla banca guidata da Castagna, è stata obbligata a rendere pubblica la transazione.
Come abbiamo accennato in precedenza, una normale attività di ordinaria di intermediazione svolta da Unicredit Bank, ha finito col trasformarsi in un fattore di grande visibilità per entrambe le banche coinvolte e questo grazie proprio al dossier OPS. Di concreto, però, su questo fronte non c’è nulla e, calendario alla mano, è molto probabile che tutto resterà immutato fino al nuovo anno. Il punto non è solo il “no” già messo nero su bianco da Piazza Meda ma anche l’oggettivo e difficile contesto in cui dovrebbe avvenire questo risiko. Non va infatti dimenticato che Unicredit sta provando ad investire anche in Commerzbank ma l’operazione in terra tedesca è ancora più difficile rispetto a quella domestica.
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Fusioni cross-border tra le banche alle prese con troppi ostacoli
In merito al risiko europeo del settore bancario, il presidente di Intesa Sanpaolo Gian Maria Gros-Pietro in un’intervista al quotidiano il Messaggero, ha fatto il punto sull’evoluzione della sua banca ponendo proprio l’attenzione sul fatto che ogni piano di sviluppo si sia dovuto arenare non appena sono stati varcati i confini nazionali. Per la cronaca Banca Intesa si fuse con Sanpaolo-IMI, poi con le banche venete e poi con UBI Banca.
Nel momento in cui il management fu alle prese con un’ipotesi di allargamento all’estero, ecco che tutto si interruppe perchè le fusioni transfrontaliere incontrano ostacoli tali da renderle impossibili o comunque non convenienti. Per il manager della concorrente numero uno di Unicredit, tale situazione va assolutamente e rapidamente superata anche perchè in caso contrario l’Europa non potrà essere in grado di finanziare i circa 800 miliardi all’anno di investimenti che si stima possano servire per realizzare le transizioni necessarie.
Cosa fare in borsa con le azioni Unicredit e Banco BPM
Grazie proprio al rialzo in atto oggi, le azioni Unicredit hanno consolidato il loro verde emerso nell’ultima settimana che è ora pari allo 0,6 per cento. Rispetto ad un mese fa i prezzi di Unicredit sono più alti del 7 per cento mentre da inizio anno il verde è del 53 per cento. Per quello che invece riguarda Banco BPM la progressione nell’ultimo mese è del 9 per cento mentre da inizio anno l’apprezzamento è quasi arrivato al 60 per cento. Stiamo quindi parlando di due quotate molto in salute che anche nel 2025 potrebbero intercettare l’interesse degli investitori soprattutto se il dossier OPS dovesse trovare un qualche sviluppo.
Per gli analisti di Barclays le azioni Unicredit sono da sovrappesare nel portafoglio (rating overweight) e possono crescere fino a 46,1 euro (target price più basso rispetto a quello precedente ma sempre connesso ad un buon potenziale di upside rispetto ai valori attuali). Per quello che invece riguarda il Banco BPM, proprio prima di Natale è arrivata la valutazione degli analisti di KBW con cui è stato ribadito il rating marketperform con target price rivisto al rialzo a 8,74 euro. In precedenza anche JP Morgan confermando il rating neutral aveva deciso di rivedere il prezzo obiettivo a 8 euro, valore che implica un leggero upside rispetto ai prezzi attuali.
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