Pioggia di vendite sulle azioni Telecom Italia nella prima seduta della settimana. L’ex monopolista sta segnando una flessione del 2,11 per cento a quota 0,25 euro in un contesto generale che vede il Ftse Mib in ribasso di oltre un punto percentuale per effetto della crescente tensione geopolitica. A causa del crollo delle quotazioni, le azioni Telecom Italia hanno ulteriormente peggiorato la loro performance su base mensile e annuale. Giusto per avere un’idea su come stanno le cose, è sufficiente considerare che, rispetto ad un mese, fa i prezzi delle azioni Telecom Italia sono più bassi del 16 per cento mentre anno su anno il verde si è ora ridotto al 39 per cento.
Il titolo TIM è quindi un una situazione molto particolare: apprezzato rispetto ad un anno fa ma notevolmente deprezzato rispetto ad un mese fa. Questo potrebbe indurre a pensare che ci possa essere spazio per una risalita almeno nel breve termine. Se così fosse, allora comprare azioni Telecom Italia ai prezzi attuali potrebbe essere molto vantaggioso. Semplice in teoria ma, dal punto di vista pratico, le cose si complicano. E’ infatti necessario capire se il titolo dell’ex monopolista ha lo spazio tecnico per crescere e soprattutto se è supportato da notizie price sensitive. Insomma analisi tecnica e analisi fondamentale sempre determinanti quando si tratta di capire se il prezzo di un asset può tornare a crescere dopo una fase di ribasso.
Analisi azioni Telecom Italia: cosa sta succedendo al titolo?
Come si può vedere anche al grafico in alto, Telecom Italia ha chiuso la scorsa settimana con un rallentamento della performance rispetto all’indice Ftse Mib. In particolare, la linea di tendenza ribassista si è estesa fino al test del supporto a quota 0,2559 euro, con una resistenza chiave che si può collocare a quota 0,2624. Si tratta di una configurazione palesemente ribassista che apre la porta alla possibilità che ci possano essere ulteriori test al ribasso, con livelli identificabili in area 0,2529.
Dal punto di vista dell’analisi tecnica, è palese che Telecom Italia sta attraversando un periodo di difficoltà a causa della flessione del valore delle azioni e per effetto di un andamento settimanale meno brillante rispetto al mercato generale. In questa situazione, gli investitori dovrebbero effettuare un monitoraggio attento prima di definire le loro strategie di investimento.
Come è però noto a chi è solito investire in borsa, però, l’analisi tecnica da sola non è sufficiente per disegnare lo spazio di evoluzione di un asset. Anche l’aspetto fondamentale ha la sua importanza. E nel caso di Telecom Italia, l’analisi fondamentale è centrale visti i tanti dossier aperti e il conseguente flusso di indiscrezioni quasi permanente.
Telecom Italia: la questione della rete sempre in primo piano
Il governo italiano sta facendo progressi significativi nel suo impegno nei confronti di Netco, il progetto strategico legato alla rete di Telecom Italia. Fonti all’interno del Ministero dell’Economia hanno confermato con fermezza l’intenzione di acquistare una quota della rete di Tim. Questa affermazione è stata resa in risposta a ipotesi circolate dopo un incontro avvenuto la scorsa settimana al Tesoro con Vivendi, il principale azionista di Tim, che detiene il 23,75 per cento del capitale.
Secondo una serie di voci che però non hanno trovato alcuna conferma, Yannick Bollorè e Arnaud de Puyfontaine, presidente e amministratore delegato del gruppo francese Vivendi, avrebbero proposto al ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti e al capo di gabinetto del governo Meloni, Gaetano Caputi, una soluzione alternativa per “salvare” TIM senza vendere la sua rete. Il Tesoro italiano ha però smentito queste voci, affermando che il governo e i suoi consulenti stanno continuando a lavorare con determinazione sul dossier Netco. Sul tavolo, quindi, non ci sarebbe alcuna pausa di riflessione che possa mettere in discussione il proposito del governo.
Per la cronaca, l’esecutivo ha dichiarato che è sua intenzione entrare fino al 20 per cento nella Netco con diritti strategici di governance. La decisione era stata annunciata dopo la firma del Memorandum con il fondo statunitense KKR nell’agosto dell’anno scorso. Sempre nella lettera di intenti veniva fatto anche un riferimento all’impegno da parte del governo per investire fino a 2,5 miliardi di risorse pubbliche per garantire il futuro di questo asset strategico e la stabilità dei dipendenti del gruppo.
Tornando al presente, lo scenario più probabile è che l’offerta definitiva e vincolante di KKR possa arrivare entro la fine della settimana, tuttavia la sua approvazione avrà bisogno del via libera da parte della Corte dei Conti e dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato e quindi i tempi sono destinati ad allungarsi. Non è da escludere che tutto il dossier possa prendere una piega legale, visto che Vivendi ha espresso la sua perplessità sulla cessione della rete di TIM e quindi non è da escludere che i francesi possano anche presentare un ricorso che rallenterebbe ulteriormente tutto.
Secondo alcune fonti, Vivendi avrebbe proposto una soluzione alternativa che comporterebbe un cambio di management e non avrebbe bisogno di un aumento di capitale. Il Tesoro, dal canto suo, si sarebbe riservato il diritto di valutare questa proposta. Queste indiscrezioni, però, sono state seccamente smentite dallo stesso MEF.
Tirando quindi le somme, e al netto dei rumors, l’impressione è che la situazione sia in permanente evoluzione. Il futuro di Telecom Italia e della rete continua ad essere incerto. Questa prospettiva non può non incrementare la volatilità sul titolo. Una situazione che potrebbe essere l’ideale soprattutto per gli investitori con approccio speculativo.
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