
Si apre nel peggiore di modi l’ultima seduta settimanale delle azioni Stellantis. La quotata del settore automotive è apparsa subito in difficoltà fin dal primo minuti di scambi ma è stato successivamente che l’iniziale leggero rosso si è trasformato in un crollo. Dopo un’ora dall’apertura delle contrattazioni Stellantis risulta essere la peggiore quotata del Ftse Mib con un ribasso del 3,8 per cento a 7,66 euro. Se si tiene conto che il paniere di riferimento di Piazza Affari sta segnando un rosso dello 0,4 per cento provando a tenere la posizione nonostante il tracollo di ieri di Wall Street, emerge con chiarezza quanto in difficoltà sia la casa automobilistica italo-francese.
Il rialzo pure registrato nella seduta di ieri da Stellantis sembra così essere solo un ricordo lontano mentre la dura realtà è rappresentata dai pesanti passivi registrati sia nel breve termine che nel lungo periodo. Rispetto ad un mese fa le azioni Stellantis hanno perso il 36 per cento mentre anno su anno il rosso è del 70 per cento. Numeri che, senza dilungarci più di tanto, significano collocamento tra le peggiori azioni in assoluto di tutto il Ftse Mib.
Questa situazione poco felice ha però un risvolto positivo della medaglia. Con i prezzi così bassi si può considerare la possibilità di acquistare a sconto (rischiosa viste le prospettive) ma soprattutto si può speculare ricorrendo a strumenti derivati come i CFD che consentono di operare sia al rialzo (long trading) che al ribasso (short trading) senza possedere fisicamente il sottostante. Tra i broker specializzati segnaliamo Eightcap che di recente ha introdotto nella sua già vasta proposta tutte le azioni del Ftse Mib, comprese le Stellantis. Il crollo della casa automobilistica, quindi, può essere l’occasione per testare questo broker che vanta condizioni economiche molto competitive.
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Crollo azioni Stellantis: cosa sta succedendo ai prezzi
Il sentimenti dei mercati è fortemente negativo. Forse, vedendo il recupero messo a segno ieri da Piazza Affari in scia alla decisione Usa di sospendere i dazi per 90 giorni a tutti i paesi tranne che alla Cina, qualcuno aveva pensato che il peggio potesse passato ma la realtà è ben diversa. Occorre prepararsi ad una situazione di forte volatilità che potrebbe durare settimane se non mesi. In questo contesto ogni minima indiscrezione che possa rilanciare il rischio di guerra commercial generalizzata viene intesa dal mercato negativamente e quindi scattano le vendite.
Premesso questo che vale per tutti i titoli, le azioni Stellantis sono poi ulteriormente zavorrata dagli oramai assodati problemi finanziari. Da mesi, oramai, le vendite della quotata automotive sono in calo e le indicazioni sulle prospettive 2025 continuano ad essere deboli alimentando ancora di più l’incertezza. Proprio alcune stile sull’anno in corso sono alla base dell’odierno crollo. In pratica è successo che Stellantis ha reso note le stile sulle consegne globali nel primo trimestre 2025 innescando la solita delusione da parte degli analisti. Nel dettaglio la quotata ha rivelato di aver consegnato un totale di 1,22 milioni di unità. Il dato rappresenta un calo del 9 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, quando le consegne avevano raggiunto quota 1,34 milioni.
Va specificato che con il termine “consegna“, la stessa Stellantis fa riferimento ai volumi di veicoli distribuiti alla rete di vendita, ai distributori o direttamente ai clienti finali. Inutile dire che tutti questi numeri costituiscono un indicatore chiave per i ricavi del gruppo.
Le difficoltà maggiori Stellantis le sta riscontrando in Nord America, dove le consegne sono scese di circa 82 mila unità, pari a una contrazione del 20 per cento su base annua. A pesare, secondo il management del gruppo, sono stati i rallentamenti produttivi dovuti ai lunghi periodi di vacanza nel mese di gennaio, oltre all’avvio della produzione dei nuovi modelli 2025 dei truck pesanti RAM che ha temporaneamente ridotto i volumi disponibili.
Ad ogni modo anche l’Europa allargata ha contribuito al calo complessivo, con una diminuzione stimata in circa 47mila unità, pari a un -8 per cento In questo caso, le ragioni principali sono legate alla fase di transizione verso i nuovi modelli e alla riduzione dei volumi nei veicoli commerciali leggeri.
La buona notizia in tutto questo è che, nonostante il rallentamento, Stellantis ha comunque ribadito il focus strategico sul rinnovamento della gamma e sulla transizione verso nuove piattaforme tecnologiche. L’introduzione dei modelli aggiornati e le revisioni produttive in corso potrebbero portare a un recupero nella seconda metà dell’anno.
Resta da vedere se questi segnali di debolezza si riveleranno temporanei o se rappresenteranno un trend più strutturale nel contesto di un mercato auto globale in piena evoluzione.
Tagliato il prezzo obiettivo sulle azioni Stellantis
La fase di estrema difficoltà del gruppo Stellantis è stata mesa a fuoco dagli analisti di HSBC che hanno deciso di rivedere al ribasso il target price sulla quotata. Nella nuova valutazione formulata sul titolo il rating resta quindi a livello hold (ossia mantenere) mentre il prezzo obiettivo scende a 9 euro contro il precedente 13 euro. Nonostante il dowgrade, resta comunque un leggero potenziale di upside nel raffronto con quelle che sono le attuali quotazioni.
Il punto è che le prospettive di Stellantis sono incerte e da qui la necessità, evidenziata dalla conferma del rating, ci mantenere un approccio almeno prudente. Questa è l’indicazione per i trader interessati ad entrare sul titolo.
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