logo di Stellantis e auto sullo sfondo
Calo immatricolazioni Stellantis - BorsaInside.com

Nessun rimbalzo per le azioni Stellantis che anzi, dopo il passivo di ieri, registra oggi un nuovo calo dello 0,9 per cento con i prezzi attestati a quota 12,25 euro. C’è da dire che il contesto di fondo non è certamente dei migliori. Il Ftse Mib, dopo un timido tentativo di ripresa ad inizio sessione, è stato subito tramortito dalle vendite. La situazione dopo circa mezzora dall’apertura della seduta non lascia spazio a dubbi interpretativi: anche oggi pochissimi titoli in verde e una pioggia di rossi più o meno ampi. A pesare sull’umore degli investitori continuano ad essere i timori per il rischio di una guerra tariffaria globale dopo la decisione degli Stati Uniti di varare dazi pesanti contro Cina, Canada e Messico minacciando misure analoghe anche per l’Unione Europea. Proprio i dazi hanno causato ieri il crollo delle azioni Stellantis accanto a quello delle Pirelli.

In scala ridotta la stessa situazione si sta replicando anche oggi con in più l’aggravante dei nuovi dati sulle immatricolazioni Stellantis in Italia nel mese di gennaio. Ancora una volta la casa automobilistica franco-italiana ha venduto meno del mercato con conseguente inevitabile contrazione della quota mensile. In un contesto che resta difficile, uno spiraglio è stato rappresentato dai dati sulle vendite della Pandina.

Prima di analizzare tutto nel dettaglio, ricordiamo ai lettori che, essendo un titolo italiano, su Stellantis si può usare il servizio di trading nazionale del broker eToro grazie al quale sono cancellati i classici costi di conversione valutaria.

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Come sono andate le immatricolazioni auto di Stellantis a gennaio 2025

Le immatricolazioni auto di gennaio in Italia si sono mosse in linea con il trend emerso nei mesi precedenti. Il Ministero dei Trasporti ha reso noto che nel primo mesi del nuovo anno in Italia sono state immatricolate 133.692 vetture, in diminuzione del 5,9 per cento rispetto alle 142.010 dello stesso periodo dello scorso anno. Come abbiamo già anticipato in precedenza, Stellantis ha fatto ancora una volta peggio del mercato registrando una flessione più ampia. Per il colosso automotive franco-italiano le vendite si sono fermate a 41,5mila unità con un ribasso del 16 per cento. A causa di questa performance peggiori di quella del settore, la quota di mercato di Stellantis è scesa al 31,08 per cento.

In questo contesto poco edificante, emerge però una nota positiva. A gennaio il brand Fiat è stato il marchio più venduto sul mercato italiano con un totale di 15.901 vetture immatricolate e una quota di mercato attestata al’11,89 per cento. La società ha precisato che l’ottimo risultato è stato frutto dell’efficacia del Piano Italia Fiat, “un programma di azioni commerciali straordinarie che hanno reso le vetture Fiat accessibili a tutti gli italiani in linea con il Dna del marchio”.

Per quello che riguarda i singoli modelli, molto apprezzabili sono stati i risultati della Pandina che a gennaio ha registrato 13300 immatricolazioni, con una quota mercato del 10 per cento.

Oltre 9.550 clienti privati hanno scelto la Pandina e ciò è un vero e proprio record per una vettura venduta in Italia in un singolo mese di vendita e senza incentivi statali. Novità del mercato è stata invece la Grande Panda. Conferme, per finire, per la Fiat 600 che a gennaio ha registrato circa 1.500 unità immatricolate andandosi a collocare al quarto posto nel suo segmento e al sesto posto tra tutte le vetture ibride del mercato italiano.

Cosa fare con le azioni Stellantis?

Il crollo di ieri e il ribasso in atto oggi stanno portando le azioni Stellantis ad allontanarsi sempre di più dalle resistenze situate in area 13,30 euro mentre, purtroppo, si stanno sempre più avvicinando i minimi dell’ultimo mese collocati attorno ai 12 euro.

Il posizionamento degli analisti non è dei migliori. A fine gennaio, quando ancora in tanti speravano che le minacce di Trump su dazi fossero destinati a restare tali, Stellantis aveva incassato, uno dopo l’altro, ben tre valutazioni hold che sono la pietra tombale sopra ad ogni scenario di ottimismo. Hold infatti sta a significare mantenere e quindi, in pratica, è un rating che suggerisce ai trader la massima prudenza possibile.

Dal punto di vista tecnico, rispetto ad un mese fa i prezzi di Stellantis sono più bassi del 2,7 per cento (fino alla scorsa settimane spiccava un verde nella comparazione su base mensile) mentre anno su anno il rosso è oramai del 45 per cento.

Se i supporti che abbiamo citato dovessero saltare, allora, i valori di STLA potrebbero cadere anche fino a 11,6 euro e poi a 11,25 euro ossia il livello degli ultimi due anni. In questo contesto è fondamentale che le quotazioni riescano a non cedere troppo terreno perchè altrimenti si attiverebbero movimenti bruschi che difficilmente si potrebbero contenere. A quota 12,6 euro c’è la media mobile a 50 giorni e un ritorno sui tali valori aprirebbe la porta ad un possibile rilancio.

La posta in gioco è alta e la volatilità di certo farà compagnia a lungo alle azioni Stellantis. Una situazione che può essere sfruttata in ottica speculativa privilegiando il trading con strumenti derivati come i CFD all’acquisto di azioni reali.

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