
Anche Stellantis si unisce alla tendenza al recupero in atto su Borsa Italiana nella seconda seduta della settimana mettendo a segno una progressione dello 0,9 per cento a 10,35 euro. La quotata del settore automotive non figura nell’elenco dei titoli migliori della seduta di borsa, tuttavia il suo verde contribuisce ad allentare la tensione che si era andata ad accumulare nelle scorse settimane. Come si può vedere dal grafico in basso, infatti, le azioni Stellantis nell’ultimo mese hanno registrato un deprezzamento del 16 per cento mentre l’andamento anno su anno è addirittura disastroso con un calo di oltre il 60 per cento. Numeri che lasciano poco spazio all’immaginazione: le azioni Stellantis sono fortemente deprezzate rispetto ai valori degli anni passati.
Teoricamente potrebbero essere un’occasione di acquisto ma, più concretamente, la loro situazione resta molto complessa. Di certo la quotata, anche in scia al dossier dazi, potrebbe mantenersi molto volatile anche nelle prossime settimane creando le condizioni ideali per una azione da parte dei trader più speculativi. Questi ultimi ora possono operare anche con il broker Eightcap che, proprio di recente, ha inserito le azioni del Ftse Mib, tra cui Stellantis, nella lista di asset su cui si può fare trading con i CFD.
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Quali novità dall’incontro tra Trump e Elkann?
Domani 2 aprile entrano in vigore i dazi americani e tra i comparti che più di tutti ne subiranno le conseguenze, c’è l’automotive. Grande preoccupazione, quindi, anche in casa Stellantis come del resto si è potuto vedere direttamente sui mercati visto che il recente crollo delle azioni STLA è stato causato proprio dalle grandi paure attorno alla guerra commerciale.
Uno spiraglio, almeno per Stellentis, potrebbe però essersi creato a seguito del colloquio avvenuto proprio ieri tra Donald Trump e John Elkann. Il confronto è stato confermato dallo stesso presidente americano che ha comunque negato ogni retrofront sull’entrata in vigore dei dazi (quindi resta tutto confermato) aprendo però la porta ad un possibile allentamento sui vincoli alle emissioni auto di cui trarrebbero beneficio tutte le case automobilistiche tradizionali a partire dalla stessa Stellantis.
Trump ha affermato che le attuali restrizioni sulle emissioni sono del tutto indifferenti per l’ambiente ma hanno reso molto complicato produrre automobili. L’intenzione della Casa Bianca è quella di tornare agli standard del 2020 che fissavano il limite delle emissioni a 204 grammi di CO2 per miglio per le automobili e 284 grammi per i veicoli leggeri.
Già nel corso del suo primo mandato, Trump aveva provato a congelare i limiti di emissione ai livelli del 2020, tuttavia la successiva amministrazione Biden aveva reso tutto più stringente. L’attuale normativa in vigore in Usa prevede che ci sia una progressiva riduzione delle emissioni fino a 170 grammi per miglio nel 2027 e solo 85 grammi nel 2032. Secondo il presidente americano queste norme stanno di fanno costringendo le case automobilistiche a puntare solo sulla produzione di veicoli elettrici. L’impegno di Trump è in controtendenza rispetto a tutto questo: per il presidente della Casa Bianca si tratta di riportare il settore a uno standard ambientale che sia si forte ma che al contempo sia realistico permettendo alle case automobilistiche di continuare a costruire automobili.
L’incontro tra Trump e John Elkann ha assunto un significato particolare alla luce delle politiche aziendali del gruppo. Stellantis, sotto il cui ombrello ci sono tutta una serie di marchi come Jeep, Dodge, Ram, Fiat, Peugeot e Citroën, ha puntato molto nell’elettrificazione ma al tempo stesso è chiamata ad affrontare le sfide di una transizione industriale complessa. Una eventuale deregulation come quella prospettaat da Trump potrebbe favorire un ritorno alla produzione di veicoli a combustione interna con standard meno restrittivi.
Al termine dell’incontro Elkann non ha rilasciato alcuna dichiarazione ufficiale. Secondo gli analisti, però, non è escludo che il confronto possa influenzare le strategie future di Stellantis negli Stati Uniti che, anche dopo il rallentamento, continuano ad essere uno dei mercati chiave per il gruppo automobilistico. Da evidenziare che Elkann, nel corso del summit, non avrebbe neppure richiesto una sospensione delle tariffe doganali sulle auto, nonostante i dazi pesanti, come evidenziato in precedenza, saranno un grosso problema per i conti di Stellantis, General Motors e Ford.
In generale, l’evoluzione della vicenda dazi non potrà non avere un impatto significativo sul futuro dell’industria automobilistica americana, in un momento in cui il settore è diviso tra l’accelerazione della transizione elettrica e la possibilità di un ritorno a politiche più favorevoli ai motori tradizionali. Per quello che invece riguarda Stellantis nello specifico è ovvio che ogni aggiornamento su questo fronte sarà in grado di impattare sul titolo. Le prospettive su STLA non sono delle migliori come hanno lasciato intendere anche gli analisti di Citi che, nelle scorse settimane, hanno ribadito il rating al livello neutral addirittura tagliando il target price a 12 euro. Il messaggio che la banca d’affari Usa ha lanciato agli investitori è molto chiaro: le azioni saranno si a sconto rispetto ai prezzi degli anni scorsi, ma è meglio restare prudenti anche perchè il potenziale di rialzo del titolo inglobato nel prezzo obiettivo, non è poi così ampio.
Per speculare sulle azioni Stellantis senza possedere azioni reali si può operare con strumenti derivati come i CFD che consentono di fare trading sia al rialzo (long) che al ribasso (short).
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