Gli acquisti in atto in queste ore sul titolo Stellantis potrebbero stupire gli investitori alla luce dei pessimi dati sulla immatricolazioni auto in Italia realizzate dal gruppo italo-francese nel mese di settembre. Ancora una volta, in un contesto di crisi del mercato auto, Stellantis ha fatto peggio del mercato contraendo ancora di più la sua quota sul totale. A rigor di logica una performance così negativa delle vendite (vedremo dopo i dettagli) avrebbe dovuto causare un nuovo ribasso del titolo.
E invece, come si può anche vedere dal grafico in basso, Stellantis è uno dei titoli migliori della seduta di borsa registrando un rialzo dell’1 per cento contro un Ftse Mib che perde lo 0,2 per cento. Questa reazione inusuale di Stellantis ai dati negativi dati sulle vendite auto si spiega in un solo modo: a prevalere sono state considerazioni tecniche e non le notizie price sensitive. In effetti il titolo Stellantis era già reduce dal tracollo di fine settembre innescato dal profit warning e comunque si presenta già zavorrato di un passivo del 40 per cento da inizio anno. Insomma il titolo già crollato abbastanza o sufficientemente per riflettere la situazione di profonda crisi della casa automobilistica e da qui il leggere recupero di oggi nonostante i negativi dati sulle vendite.
La domanda che a questo punto gli investitori si pongono, non può che riguardare le prospettive dei prezzi di Stellantis. Tenendo conto di tutta la situazione in atto e del contesto di mercato avverso, fin dove si potrebbero spingere? Ebbene proprio in relazione ai nuovi prezzo obiettivo di Stellantis, tra ieri e oggi sono arrivate ben sei rivalutazioni da parte di altrettanti analisti. La cattiva notizia (ma prevedibile) è che in tutti e sei i casi c’è stato un downgrade. Inutile dire che questo è un segnale chiaro per chi vuole investire sulla quotata.
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Tutti i nuovi target price sulle azioni Stellantis
Nella giornata di oggi gli analisti di Intesa Sanpaolo hanno ribadito il rating hold sulle azioni Stellantis con target price rivisto al ribasso a 11,2 euro. Questo prezzo obiettivo è quello più basso tra i sei espressi negli ultimi due giorni. Al polo apposto si collocano le valutazioni di Goldman Sachs e di Exane. Gli analisti americani hanno confermato il rating buy con target price ridotto a 16 euro, stessa valutazione di quelli francesi che però vantano rating outperform (in entrambi i casi la view è bullish).
In mezzo a questi poli, troviamo poi i giudizio di Equita sim (rating hold con target price 15 euro), di Jefferies (rating neutral e target price a 14 euro) e di Mediobanca (rating neutral e target price 12 euro). Come detto in precedenza in tutti e sei i casi c’è stato un taglio del targer price, tuttavia a causa del crollo registrato dal titolo in borsa, comunque resta un bel potenziale di upside. Un altro elemento positivo da non tralasciare riguarda i rating: è vero ci sono molte raccomandazioni neutrali ma non ci sono indicazioni di acquisto (rating sell). In pratica è come se Stellantis fosse già arriva all’apice del suo ribasso.
Sarò davvero così o il titolo può ancora segnare dei cali? Dalla risposta a questa domanda dipende la decisione di comprare azioni Stellantis oppure attendere ancora. Da parte nostra possiamo solo ricordare che per sfruttare tutta la volatilità che probabilmente caratterizzerà Stellantis nelle prossime settimane, si può optare per strumenti derivati come i CFD disponibili sia sulla piattaforma di broker come eToro che su quelle di banche come Fineco.
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Come sono andate le vendite di Stellantis a settembre
Stellantis ha chiuso il mese di settembre con immatricolazioni di gruppo pari a oltre 29mila unità, in flessione del 33,7 per cento rispetto alle oltre 44 mila auto che erano state vendute a settembre 2023. La quota di mercato di Stellantis si è quindi contratta al 24,11 per cento anche perchè, come reso noto dal Ministero dei Trasporti, a settembre in Italia sono state immatricolate complessive 121.666 vetture, in flessione del 10,8 per cento rispetto alle 136.316 dello stesso periodo dello scorso anno. Stellantis, quindi, ancora una volta, ha fatto peggio del mercato.
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