Quella di oggi è una seduta che solo apparentemente potrebbe apparire piatta. Il Ftse Mib, infatti, registra una flessione dello 0,12 per cento in area 34630 punti. In realtà dietro a questo movimento quasi frazionale si nascondono sia gli ampi rialzi messi a segno da alcune quotate (A2A è la migliore) che i veri e proprio crolli che caratterizzato l’andamento delle azioni petrolifere. Eni, Saipem e Tenaris sono infatti le quotate peggiori del paniere di riferimento di Piazza Affari arrivando a registrare ribassi anche di oltre 2 punti percentuali e mezzo. Come si spiega tutto questo e cosa conviene fare in borsa con i tre titoli? Il fatto che il Ftse Mib si stia muovendo senza grandi variazioni mentre il settore petrolifero stia andando a picco è la dimostrazione che il “problema” riguardi proprio le azioni oil. E infatti dietro al crollo delle azioni Eni, Saipem e Tenaris c’è appunto la forte flessione del prezzo del petrolio.
Dopo settimane di rialzo continuo in scia alle crescenti tensioni internazionali, il valore dell’oil ritraccia e a farne le spese sono proprio le azioni petrolifere.
Attenzione perchè il crollo delle quotate citate ma anche il calo dello stesso greggio non significa che si debba stare alla larga da questi asset. In realtà ricorrendo a strumenti di tipo derivato per operare come i CFD è possibile anche speculare al ribasso operando sempre a leva. Nella tabella in basso è riportata una selezione di broker specializzati proprio nei CFD.
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Forti vendite sulle azioni Eni, Saipem e Tenaris
Tra i tre titoli oil del paniere di riferimento di Piazza Affari, a registrare la prestazione peggiore è Eni. Il titolo del Cane a Sei Zampe segna un ribasso del 2,73 per cento che vale la discesa sotto ai 14 euro! Il ritracciamento al di sotto di questo livello, che mancava da alcune settimane, è significativo anche dal punto di vista psicologico. Tra l’altro a causa della flessione in atto oggi, Eni ha anche annullato il suo debole verde emerso nell’ultimo mese e ora segna un ribasso dello 0,5 per cento. Molto preoccupante il fatto che anche le prestazioni a un anno e da inizio anno siano negative di circa il 10 per cento.
Alle spalle di Eni troviamo poi Saipem con un ribasso del 2,5 per cento a 1,97 euro. Anche in questo caso la flessione significa il provvisorio “addio” all’importante livello psicologico di 2 euro. Il ribasso non impatta però sulla prestazione a un mese che resta positiva per il 6 per cento e su quella annuale che evidenzia un verde del 29 per cento. A differenza di Eni, quindi, le azioni Saipem dimostrando una certa salute.
A chiudere la caporetto delle quotata oil ci pensano le azioni Tenaris che segnano un calo dell’1,7 per cento a 14,44 euro. In questo caso il ribasso si inserisce in una fase rialzista del titolo andando di fatto a gettare resi dubbi sulla sua possibile prosecuzione. Come si può vedere dal grafico in basso, Tenaris da metà settembre ha iniziato un vero e proprio rally partendo da 12,7 euro. Nonostante la flessione di oggi, nel corso dell’ultimo mese Tenaris ha registrato un rialzo del 13 per cento mentre la prestazione anno su anno è rossa per il 9 per cento.
Tutta colpa del calo del prezzo del petrolio
Come accennato, il crollo delle azioni oil è la conseguenza dell’andamento negativo della quotazione del petrolio. E in effetti questa mattina il valore del greggio è decisamente tinto di rosso con il WTI con consegna a novembre che scambia a 71,06 dollari al barile in ribasso di ben il 3,75 per cento e il Brent con consegna a dicembre in calo a 74,56 dollari con una riduzione del 3,74 per cento.
Le vendite sul petrolio sono scattate già ieri dopo che l’organizzazione OPEC ha abbassato le sue previsioni sulla crescita della domanda globale di petrolio nel 2024 e 2025. La riduzione delle stime di domanda è un fatto che impatta in negativo sui prezzi e infatti le quotazioni del greggio sono andate subito giù. Il calo si è poi rafforzato dopo che Israele ha precisa che in caso di attacco all’Iran non saranno colpiti obiettivi nucleari o petroliferi ma unicamente installazioni militari della Repubblica Islamica. Stando alle indiscrezioni sarebbe stato lo stesso primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu a fare questa puntualizzazione al governo degli Stati Uniti.
Cosa fare con il petrolio, le azioni Eni, Saipem e Tenaris
Il principale catalizzatore delle azioni petrolifere è l’andamento del prezzo del greggio. Ci sono poi anche tutta una serie di altri driver, tuttavia se il prezzo del petrolio è in forte calo è davvero difficile immaginare che Eni, Saipem e Tenaris possano muoversi in verde. In questo contesto, lo scenario più probabile è quello ribassista almeno per la seduta di oggi. Nel caso specifico di Eni e Saipem sono state colpiti alcuni supporti (anche psicologici) e questo spiega le vendite più forti.
Ad ogni modo per sfruttare questa situazione è possibile operare in due modi: comprando azioni su valutazioni più basse rispetto a quelle dei giorni scorsi oppure fare trading con i CFD se le aspettative sono per un ulteriore calo. Broker come eToro e banche come Fineco consentono di operare in entrambi i modi:
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