Accoglienza peggiore ai conti trimestrali e alle decisioni in materia di acconto sul dividendo 2025 di Recordati non poteva esserci. La quotata del settore farmaceutico dopo aver pubblicato i risultati dei primi nove mesi dell’esercizio 2024 è stata letteralmente affondata dalle vendite. A metà pomeriggio il titolo registra un passivo del 3,5 per cento attestandosi poco sopra i 50 euro dopo essere precipitata fino ad un minimo intraday a quota 48,58 euro. Importanti livelli psicologici sono quindi saltati a seguito della pubblicazione dei risultati dei primi tre trimestri dell’anno.
Tra l’altro il crollo delle azioni Recordati in atto nell’ultima di Ottava presenta il suo conto anche in termini di prestazione di medio e lungo termine. Rispetto ad un mese fa i prezzi hanno perso il 5 per cento del loro valore mentre da inizio anno il verde accumulato si è ridotto ad appena due punti percentuali.
Il titolo Recordati figura in una short list di quotate che potrebbero risentire negativamente dell’elezione di Trump mentre avrebbero potuto trarre beneficio da una vittoria della Harris. E allora che cosa fare con il titolo?
Questa è la domanda che si stanno ponendo non solo gli investitori che operano direttamente comprando azioni reali ma anche tutti quei trader che invece sono soliti investire attraverso strumenti di tipo derivato come i CFD che non richiedono il possesso del sottostante reali.
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Acconto dividendo Recordati 2025: ammontare e data di stacco
Come sempre iniziamo il nostro esame dei risultati partendo dalla remunerazione degli azionisti. Il consiglio di amministrazione della società farmaceutica ha deciso di riconoscere un acconto sul dividendo 2025, relativo all’esercizio 2024, pari a 0,6 euro. C’è già la data di stacco della cedola fissata per il 18 novembre. Di conseguenza la data di pagamento sarà il successivo 20 novembre.
L’ammontare della cedola che Recordati riconoscerà a titolo di acconto dividendo è in linea con le stime.
Trimestrale di Recordati in dettaglio
Recordati ha chiuso i primi nove mesi dell’esercizio 2024 con ricavi netti pari a 1,74 miliardi di euro in aumento del 12 per cento rispetto ai 1,57 miliardi di un anno fa e con un MOL pari a 665,67 milioni di euro dai 595,57 milioni di un anno fa (la progressione su base annua del margine operativo lordo è stata dell’11,8 per cento).
Scendendo nel conto economico, l’utile netto di Recordati alla fine del periodo considerato è ammontato a 338,4 milioni di euro con una progressione dell’11,1 per cento rispetto ai 304,49 milioni di euro messi a segno nei primi trimestri mesi dello scorso anno. Di conseguenza l’utile netto rettificato è ammotato a 445,36 milioni di euro con una variazione anno su anno del +14,2 per cento.
Per quello che riguarda il debito, alla fine di settembre l’indebitamento netto della quotata erata attestato a 1,32 miliardi di euro contro gli 1,58 miliardi di inizio anno.
Tenendo conto dei buoni risultati conseguiti nei primi tre trimestri dell’esercizio, il management della quotata ha confermato la guidance a valere su tutto il 2024. Nel dettaglio a fine anno i ricavi sono visti nel range tra 2,3 e 2,34 miliardi di euro mentre l’Ebitda si dovrebbe attestare tra gli 845 e i 865 milioni di euro e l’utile netto nel range tra 560 e 580 milioni di euro.
Cosa fare in borsa con le azioni Recordati
Quando un titolo si trova in una situazione come quella di Recordati si possono fare due cose: o approfittare del crollo per comprare su valutazioni più basse oppure mettersi in scia al calo con strategie di short trading.
Gli analisti, già prima della pubblicazione dei conti trimestrali, non avevano una view improntata più di tanto all’ottimismo. La valutazione più recente risale a fine ottobre quando i britannici di Barclays confermarono il rating underweight rivedendo al rialzo il target price a 48 euro. Il punto è che questo prezzo obiettivo già allora era superato dalle valutazioni. E anche oggi nonostante il crollo in atto, il target price di Barclays è inferiore alle quotazioni correnti.
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