La seduta di metà settimana della borsa di Milano è iniziata con le azioni Pirelli in caduta libera. Il colosso degli pneumatici sta cedendo il 3,4 per cento a quota 5,16 euro facendo nettamente peggio di un Ftse Mib che, come accaduto nella seduta di ieri, appare ingessato sulla parità.
Quando succedono situazioni di questo titolo (con un titolo che frana in un contesto di sostanziale tranquillità) è evidente che ci sia dell’altro alla base del ribasso. Prima di andare ad analizzare quali sono le ragioni alla base del crollo di Pirelli ricordiamo che il crollo di una quotata lungi dall’essere segnale di un fuggi fuggi generale, può essere sfruttato per entrare a sconto. I prezzi delle azioni, infatti, sono più convenienti rispetto a prima e ciò può favorire una strategia trading rialzista. Tuttavia non è detto che la flessione possa proseguire e in tal caso potrebbe non essere ancora il momento giusto per comprare. Proprio perchè la situazione può essere interpretata in modo diverso è preferibile optare per strumenti di tipo derivato come i CFD che consentono di speculare al rialzo (long) e al ribasso (short).
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Perchè le azioni Pirelli stanno crollano
Dietro al crollo delle azioni Pirelli c’è la notizia della maxi cessione di titoli del colosso degli pneumatici da parte dell’azionista Brembo. E’ stata la stessa società ad annunciare la cessione esclusivamente ad investitori istituzionali della sua intera partecipazione detenuta nel capitale di Pirelli pari a 55.800.000 azioni ordinarie del gruppo degli pneumatici ossia il 5,58 per cento del capitale.
La stessa Brembo ha precisano che le azioni Pirelli sono state cedute ad un prezzo unitario di 5,07 euro, che corrisponde a uno sconto del 5,1 per cento rispetto al prezzo di chiusura delle azioni Pirelli nella seduta di borsa di ieri 1 ottobre (5,342 euro il valore delle azioni alla fine delle contrattazioni).
Il corrispettivo complessivo incassato da Brembo è stato pari a 282,9 milioni di euro mentre il regolamento dell’operazione è previsto in data 4 ottobre 2024.
La maxi cessione di azioni Pirelli da parte di Brembo è stata realizzata attraverso una procedura di accelerated bookbuilding con la banca BNP Paribas che ha agito in qualità di sole global coordinator e bookrunner dell’offerta.
Cosa fare con le azioni Pirelli: comprare o attendere ancora?
Gli effetti del forte ribasso registrato da Pirelli fin dall’avvio degli scambi impattano sulla prestazione del titolo degli pneumatici sia a un mese che a un anno. Rispetto ad un mese fa il valore delle azioni Pirelli è ora più basso del 6 per cento mentre anno su anno il calo è del 13 per cento.
Siamo quindi dinanzi alla classica situazione di un titolo che ha performato bene nel lungo termine ma anche, nel breve termine, si presenta molto più incerto.
Questo andamento è sufficiente per impostare una strategia bullish oppure è meglio agire con prudenza?
Gli analisti che più di recente hanno preso posizione su Pirelli sono stati quelli di Citi che appena una settimana fa confermavano il rating buy sulla quotata. Tuttavia nella stessa occasione la banca Usa decideva anche di rivedere al ribasso il suo prezzo obiettivo su Pirelli portandolo a 6,5 euro. Rispetto alle quotazioni attuali c’è una differenza di circa 1,4 euro. Nonostante il downgrade, quindi, le azioni Pirelli mantengono ancora un buon potenziale di upside.
La view di Citi può essere sfruttata per fare trading online sulle azioni Pirelli. Ricordiamo che si può operare sia in modo diretto (comprando azioni reali) che con i CFD (speculando sulle differenze di prezzo). eToro e Fineco sono le soluzioni più adatte per tradare in entrambi i modi.
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Cosa succederà adesso a Pirelli?
Al di là dell’impatto sulle azioni Pirelli, l’uscita di scena in blocco che è stata decisa da Brembo, determina un rafforzamento di Marco Tronchetti Provera&C, Camfin e Camfin Alternative Assets che proprio oggi hanno annunciato di aver perfezionato l’acquisto del 2,5 per cento del capitale del gruppo bergamasco da parte di Camfin Alternative Assets.
Alla luce di questa operazione, la catena di controllo che fa capo a Mtp ha ora in mano una quota pari a 25,28 per cento della quotata. Ciò si traduce nel rafforzamento del ruolo di Camfin e Mtp quali azionisti stabili. Da evidenziare che i consigli di amministrazione delle società coinvolte hanno dato il via libera ad acquisti per un ulteriore rafforzamento fino a una partecipazione massima del 29,9 per cento del capitale nel corso dei prossimi due anni. In pratica nel momento in cui la salita nell’azionariato sarà realizzata, Camfin e Mtp saranno giusto un gradino più in basso del livello che farebbe scattare l’OPA.
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