
Borsa Italiana subito nel segno di Nexi. La quotata dei pagamenti digitali è infatti scattata i vetta al Ftse Mib fin dal primo minuto di contrattazioni e dopo circa mezzora dall’avvio degli scambi registra un balzo del 5,7 per cento a 5,53 euro. Stiamo parlando di numeri monstre che spiccano se raffrontati al +0,15 per cento del paniere di riferimento di Piazza Affari.
Evidente quindi che dietro alla corsa a comprare azioni Nexi ci siano motivi prettamente domestici. E infatti è impossibile non correlare il rally della quotata con le indiscrezioni di stampa su un presunto interesse del fondo Usa PG per la divisione DBS (Digital Banking Solutions) di Nexi. Anzi, volendo essere precisi, si potrebbe trattare di qualcosa di più di un semplice rumors visto che ci sarebbe già l’indicazione del corrispettivo offerto dai potenziali compratori.
Più che comprensibile, quindi, l’euforia da parte degli investitori. Ovviamente la reazione positiva non può che far bene alla performance medio e lungo termine del titolo dei pagamenti digitali. Come si può vedere dal grafico in basso i prezzi delle azioni Nexi rispetto ad un mese fa sono ora più alti del 16 per cento mentre, nonostante l’ottima prestazione delle ultime quattro settimane, il valore del titolo anno su anno resta rosso per l’8 per cento.
Il rally odierno di Nexi è una buona notizia per gli investitori che già avevano in portafoglio azioni Nexi ma anche per chi si approccia al titolo in ottica più speculativa attraverso strumenti derivati come i CFD. Tra l’altro proprio a tal riguardo segnaliamo che di recente il broker Eightcap ha aperto la possibilità di tradare CFD anche a tutte le azioni del Ftse Mib, Nexi compresa.
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La divisione DBS di Nexi nel mirino di TPG
Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, il fondo statunitense TPG sarebbe in trattative con NEXI per l’acquisto dell’intera divisione Digital Banking Solutions (DBS) per un valore di circa 850 milioni di euro. Si tratta di una operazione che potrebbe avere implicazioni strategiche rilevanti, soprattutto per il sistema finanziario italiano.
La divisione DBS include la Rete Nazionale Interbancaria, un’infrastruttura di 208.000 km considerata strategica dal Governo italiano, in quanto direttamente collegata alla Banca d’Italia. Questa rete consente alle istituzioni bancarie di regolare le operazioni finanziarie tra loro, un elemento essenziale per la stabilità del sistema finanziario nazionale. Non va inoltre tralasciato il fatto che questa infrastruttura potrebbe anche rivelarsi cruciale anche in vista dell’introduzione dell’euro digitale e ciò significa che il valore strategico dell’asset potrebbe essere ancora più alto.
Secondo il quotidiano italiano, proprio per garantire la tutela degli interessi nazionali, TPG potrebbe anche prendere in considerazione la possibilità di coinvolgere la Cassa Depositi e Prestiti (CDP) nell’operazione. Il punto è che la CDP avrebbe non poche difficoltà ad accettare un ruolo minoranza e quindi potrebbe mettere i bastoni tra le ruote al fondo Usa provando a creare un alternativo consorzio di investitori per rilevare la DBS.
La partita, insomma, è molto aperta e, come sempre avviene in queste situazioni, con più ipotesi sul tavolo, l’appeal del titolo interessato non può che crescere.
Quindi non solo le azioni Nexi sono da comprare oggi per cavalcare intraday le recenti indiscrezioni di stampa ma potrebbero esserlo anche nel lungo termine se, nel corso delle prossime settimane, dovessero arrivare gli aggiornamenti ulteriori sul dossier. L’appeal, quindi, è ed è destinato a restare alto con buone possibilità operative attraverso i CFD.
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Nexi disponibile a cedere la divisione DBS
Sempre il Corriere della Sera ha ricordato che Nexi, in più di una occaisone, ha manifestato la massima apertura alla vendita della divisione Digital Banking Solutions. Già in passato, infatti, erano state avviate della trattative con il F2i. Il confronto tra le parti alla ricerca di un accordo si era protratto a lungo, tuttavia non aveva poi condotto a nulla di concreto.
La cessione della Digital Banking Solutions potrebbe rappresentare un importante snodo nel settore fintech italiano, con implicazioni che vanno oltre il semplice passaggio di proprietà. Il ruolo di CDP e l’eventuale coinvolgimento di altri investitori potrebbero determinare l’esito finale della transazione e l’assetto futuro della rete interbancaria nazionale. La posta in gioco, quindi, è molto ampia e poichè le implicazioni sono comunque di interesse nazionale, è difficile che il governo non scenda in campo soprattutto in una fase come quella attuale in cui il tema geopolitico è preponderante.
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