loghi di Unicredit, MPS e Intesa Sanpaolo con mobile trading
Ultima di Ottava pesante per Unicredit, Intesa Sanpaolo e MPS - BorsaInside

L’ultima di Ottava di Piazza Affari sembra essere avviata verso un’evoluzione al ribasso. Il Ftse Mib, dopo aver perso il contatto con il verde a metà mattinata, adesso registra una flessione dello 0,5 per cento attestandosi in area 33130 punti. A pesare sull’andamento del più importante indice azionario di Borsa Italiana sono le quotate del settore bancario.

Come vedremo tra poco titoli a ampia market cap come Intesa Sanpaolo o Unicredit sono fortemente tinti di rosso. Lo stesso dicasi anche per le seconde linee del comparto bancario italiano a partire dal Monte dei Paschi di Siena fino alla Banca Popolare di Sondrio. Il ragionamento è sempre lo stesso: essendo la borsa di Milano piena zeppa di titoli bancari, è scontato che se le banche affondando allora anche tutto il Ftse Mib ne risente.

Con questo non intendiamo dire però che sia meglio stare alla larga dalle azioni della banche italiane perchè, in realtà, il rosso è spesso occasione di ingresso da posizioni più convenienti (se le prospettive sono quelle di rimbalzo immediato) o occasione per operare in modalità short e quindi speculare su un ulteriore calo laddove le stime sono appunto per un peggioramento. In entrambi i casi senza perdere tempo a comprare azioni reali si può sempre fare trading con strumenti derivati come i CFD.

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Azioni Unicredit, Intesa Sanpaolo e Monte dei Paschi: cosa sta succedendo?

Quando manca circa un’ora al giro di boa delle 13,30, le azioni peggiori sul Ftse Mib sono Monte dei Paschi, Unicredit e Intesa Sanpaolo. La banca toscana sta segnando un calo del 2,9 per cento a 5,82 per cento, Unicredit è invece in flessione del 2,73 per cento a 37,75 euro mentre Intesa Sanpaolo segna un ribasso del 2,51 per cento a 3,57 euro. Questi rossi vanno ovviamente ad impattare sulle performance a mese e su quelle da inizio anno di tutte e tre le quotate. Ecco quindi la situazione aggiornata ad oggi:

  • MPS conserva un verde del 10 per cento rispetto a un mese fa e soprattutto dell’80 per cento da inizio 2024
  • Intesa Sanpaolo segna un calo dell’8 per cento nella performance ad un mese mentre da inizio anno è presente un verde del 33 per cento
  • Unicredit è in calo del 6 per cento nell’ultimo mese ma resta in rialzo del 52 per cento anno su anno

Questi dati ci consentono di fare due considerazioni: mentre MPS è un titolo in salute sia su base mensile che sul lungo termine, Intesa Sanpaolo e Unicredit hanno avuto delle difficoltà nell’ultimo periodo.

Per la cronaca a dare visibilità alla banca senese anche nell’ultimo mese potrebbero essere stati gli ottimi conti trimestrali oppure la recente cessione si una ulteriore quota da parte del Tesoro a una serie di compratori tra cui Banco BPM e Anima Holding (ce ne siamo occupati in questo articolo). In realtà la forte visibilità del Monte dei Paschi potrebbe essere anche dovuta al rilancio del dossier relativo al risiko bancario. Nessuno conferma niente ma appare scontato che, in caso di fusioni tra banche italiane, Monte dei Paschi ne sarebbe coinvolta. E intanto tra gli addetti ai lavori si torna a parlare di creazione del terzo polo bancario accanto a quello rappresentato da Unicredit e a quello di Intesa SP.

Ad ogni modo con questi presupposti, le azioni MPS dovrebbero avere visibilità assicurata per le prossime settimane e anche per i prossimi mesi. Il forte calo di oggi (MPS è praticamente la peggiore sul Ftse Mib e tra le quotate del bancario) potrebbe unicamente essere causato da prese di profitto fisiologiche alla luce del lungo rialzo. Una situazione “normale” che può essere sfruttata per fare trading sulle azioni della banca anche con i CFD.

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Novità nell’azionariato di MPS, Unicredit e Intesa Sanpaolo

Esaurita la stagione delle trimestrali, su Borsa Italiana non è che siano più tutti questui grandi spunti anzi è quasi necessario andare alla ricerca con il lanternino delle notizie. In questo contesto è l’analisi tecnica a farla da padrona e le uniche novità di tipo fondamentale sulle tre quotate citate riguardano la composizioni dell’azionariato.

Partiamo dal Monte dei Paschi. Dalle comunicazioni Consob sulle partecipazioni rilevanti si è appreso che a seguito del perfezionamento dell’operazione di accelerated bookbuilding promossa dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, Anima Holding detiene ora il 3,992 per cento del capitale di MPS, BancoBPM ha in mano una quota pari al 5,003 per cento, Francesco Gaetano Caltagirone detiene il 3,645 per cento e Delfin il 3,509 del capitale. Ovviamente la quota in mano al MEF si è ridotta all’11,731 per cento rispetto al precedente 26,732 per cento.

Per quanto riguarda invece Unicredit, dalle comunicazioni Consob del 20 novembre 2024 si apprende che il 12 novembre The Goldman Sachs Group ha incrementato la partecipazione aggregata nel capitale di Unicredit, portandola dal 5,61 per cento (di cui 5,59 per cento in strumenti finanziari) al 7,05 per cento. La partecipazione di Unicredit in mano a Goldman Sachs è detenuta tramite 10 società controllate. In particolare l’1,51 per cento è relativo a diritti di voto riferibili ad azioni dell’istituto bancario di Piazza Gae Aulenti mentre lo 0,19 per cento è relativo a una partecipazione potenziale.

Per finire c’è Intesa Sanpaolo. Anche in questo caso è stata sempre la banca d’affari Usa a muoversi e così dalle comunicazioni diffuse dalla Consob sempre 20 novembre 2024 si apprende che il 12 novembre The Goldman Sachs Group ha incrementato la partecipazione aggregata nel capitale della banca guidata da Messina portandola dal 5,9 per cento (di cui il 4,99 per cento in strumenti finanziari) al 6,52 per cento. La partecipazione di GS nel capitale di Intesa Sanpaolo è detenuta tramite nove società controllate. In particolare l’1,49 per cento è relativo a diritti di voto riferibili ad azioni della banca mentre lo 0,28 per cento fa riferimento a una partecipazione potenziale.

Non ci sono aggiornamenti di rating e target price sulle tre quotate del settore bancario ad eccezione di Unicredit che è stata al centro di un report di esperti di KBW che ha portato ad un taglio del target price a 51,8 euro. Nonostante la riduzione, comunque, il prezzo obiettivo resta lontano dalle attuali quotazioni e ciò significa che su Piazza Gae Aulenti c’è sempre un buon potenziale di upside.

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