Ci sono anche le azioni Monte dei Paschi tra le quotate più tinte di verde nella quarta seduta della settimana. Il titolo della banca toscana avanza del 2,2 per cento a 4,92 euro e prova a lasciarsi alle spalle il pesante passivo emerso nella seduta di borsa di ieri quando le quotazioni sono precipitate a 4,81 euro dai 5,09 euro di mercoledì. Il verde che colora oggi le azioni Monte dei Paschi è quindi frutto del classico rimbalzo. In realtà sarebbe più opportuno parlare di rimbalzino vista l’entità del crollo di 24 ore fa (nella prima parte del pomeriggio la banca toscana era arrivata a perdere oltre il 9 per cento scendendo fino a 4,61 euro prima di limare il passivo).
Ad ogni modo il crollo registrato ieri (e ammortizzato in parte oggi) non impatta sulla prestazione di medio e breve termine della quotata. Rispetto ad un mese fa, infatti, le valutazioni sono più alte del 9,5 per cento mentre su base annua il rialzo è addirittura del 138 per cento.
Questi numeri danno ragione ai trader che ritengono proprio Monte dei Paschi una delle migliori quotate del settore bancario italiano.
Ma cosa pensano gli analisti del titolo? Proprio di recente è arrivato un nuovo report di Equita che ha il merito di analizzare la notizia alla base del ribasso rimediato ieri da MPS ossia le novità sulle indagini riguardanti i bilanci e i vertici della banca.
Per Equita le azioni MPS sono da mantenere
Gli analisti di Equita hanno recentemente confermato la loro valutazione sulla banca toscana ribadendo sia il rating che il target price. In particolare. Il rating è stato confermato a hold ossia mantenere mentre il prezzo obiettivo è stato ribadito a 5 euro. Tale valore, tenendo conto di quella che è l’attuale quotazione della banca toscana, implica un potenziale di upside del 9 per cento. Ecco quindi di quanto possono crescere le azioni MPS almeno secondo la stima di Equita.
La sim milanese ha ribadito la sua view prudente sulla banca senese in scia alle novità sulle indagini della magistratura. Proprio ieri, infatti, in relazione al procedimento per la vicenda degli NPL di Banca Monte Paschi, la gip di Milano, Teresa De Pascale, ha deciso per l’imputazione coatta a carico dell’ex CEO della banca Marco Morelli e degli ex presidenti Alessandro Falciai e Stefania Bariatti. I tre manager sono accusati di false comunicazioni sociali e manipolazione del mercato in merito in relazione ai bilanci 2016-2017 di Monte dei Paschi. Con questo atto la gip ha di fatto respinto la richiesta di archiviazione che le era stata presentata.
Secondo quanto riportato dalla procura, i bilanci contestati sono quelli che hanno fatto da base all’aumento di capitale precauzionale deciso dal Tesoro nel 2017. La gip ha ordinato nuove indagini ipotizzando il reato di truffa aggravata ai danni dello Stato in relazione all’intervento pubblico di ricalitalizzazione da 5,4 miliardi di euro che venne effettuato. In pratica se fosse stata evidente la situazione di insolvenza della banca toscana (nascosta dai bilanci) non sarebbe stata avviata alcuna ricapitalizzazione dal MEF.
Secondo gli analisti di Equita, tenendo conto delle comunicazioni presenti nel bilancio 2023, il petitum riferibile alle parti civili dovrebbe essere pari a 495 milioni di euro ed è emerso per la prima volta nel quarto trimestre del 2023. Detto questo, per la sim milanese resta comunque una forte incertezza in relazione alle tempistiche processuali dei procedimenti in cui è coinvolta la banca toscana.
Sempre più lontane le ipotesi di risiko bancario
Monte dei Paschi è stata citata in una intervista rilasciata dal CEO di Banco BPm Giuseppe Castagna al Sole 24 Ore. Il tema è facilmente intuibile: quello dei risiko bancario. Il manager, con riferimento proprio alla banca toscana, ha detto che non ci sono le condizioni per una operazione straordinaria anche perchè la banca sta proseguendo la sua strategia stand alone senza alcun problema.
Più in generale Castagna ha poi ribadito un concetto che anche altri banchieri hanno recentemente esposto: il risiko bancario sarà posticipato ai almeno 18-24 mesi perchè fino a quando l’economia tira (come sta avvenendo a continuerà ad avvenire), i risultati saranno buoni e quindi non ci sarà alcuna necessità di procedere con il consolidamento che nel 90 per cento dei casi avviene per sanare situazioni di difficoltà.
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