Apertura con il freno a mano inserito per la borsa di Milano nella prima seduta della settimana. Il Ftse Mib, come del resto tutti gli altri indici europei ha avviato l’Ottava in modo contratto. Eppure in una situazione caratterizzata da pochissimi spunti, c’è un titolo che sembra muoversi molto in controtendenza.
Stiamo parlando del Monte dei Paschi di Siena che, dopo circa un’ora dall’avvio, registra una progressione di oltre 4 punti percentuali attestandosi a 2,12 euro. Si tratta di un balzo decisamente consistente se si tiene conto che il paniere di riferimento sta avanzando di uno striminzito +0,2 per cento.
Tra l’altro il rally in atto su MPS consente alla banca toscana di consolidare la sua prestazione su base mensile. Rispetto ad un mese fa, infatti, oggi le azioni del Monte dei Paschi hanno un prezzo più alto di circa il 10 per cento. Intendiamoci: il fatto che MPS sia stata una delle quotate più frizzanti degli ultimi 30 giorni sul Ftse Mib non significa affatto che il titolo se la stia passando bene. In realtà stiamo parlando di una quotata che nell’ultimo anno ha perso ben l’85 per cento del suo valore.
Insomma MPS è a tutti gli effetti il classico titolo che si può comprare a sconto approfittando degli attuali prezzi bassi. Questa è una strategia di investimento tanto vecchia quanto sempre valida. Tuttavia, prima di acquistare a prezzi bassi, è necessario essere certi che ci siano margini per un rialzo futuro. Un titolo deprezzato tende ad essere comprato di più rispetto ad uno che ha già visto crescere in modo notevole il suo valore ma è necessario che ci siano dei fattori catalizzatori.
Perchè le azioni MPS oggi sono ben comprate?
Dietro al rally in atto oggi sulle azioni Monte dei Paschi ci potrebbero essere delle novità in merito alla possibilità che il Tesoro possa cedere almeno una parte delle proprie quote. Di questo tema si è parlato tantissimo nel fine settimana anche perchè il MEF, dopo il salvataggio di Monte dei Paschi, è a tutti gli effetti il maggiore azionista della banca toscana con una quota di partecipazione del 64 per cento.
Ad avanzare questa ipotesi è stata l’agenza di stampa Reuters che cita ben tre fonti a conoscenza del dossier.
La cessione della quota del Tesoro in MPS verrebbe presa in considerazione sono se davvero vantaggiosa o solo se i nuovi azionisti della banca toscana (ossia gli acquirenti) si impegnassero ad attuare strategie che sono allineate all’interesse nazionale. Quindi il Tesoro passerebbe si la mano ma solo dinanzi ad impegni ben preciso. Non una svendita, quindi!
Ricordiamo che non è certamente questa la prima volta in cui si parla di cessione delle quote di MPS in mano al MEF. In realtà l’Italia si è impegnata in tal senso nel 2017 quando l’Europa diede il suo via libera al salvataggio della banca senese subordinandolo ad una successiva cessione della partecipazione del Tesoro.
Nel 2021 sembrava essere molto vicina la cessione di MPS a Unicredit ma poi è saltato tutto.
Ad ogni modo ricordiamo che la riduzione della quota tramite uno o anche più collocamenti non preclude la strada finalizzata alla ricerca di un partner.
Le autorità di vigilanza sono perfettamente consapevoli che la fusione con altra banca sarebbe lo scenario migliore per il Monte dei Paschi in quanto in grado di garantire la stabilità finanziaria della quotata.
Ad inizio anno il prezzo delle azioni MPS era salito oltre i 2 euro dell’aumento di capitale rilanciando così le indiscrezioni secondo cui l’ipotesi di collocamento della quota potesse essere vicino. Tuttavia a sfruttare la situazione fu solo la francese Axa che dopo aver sostenuto la ricapitalizzazione con mettendo a disposizione 200 milioni di euro, aveva decido di cedere la quota dell’8 per cento fin lì detenuta.
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