Le azioni Leonardo continuano a scrivere pagine di storia a Piazza Affari. Il colosso della Difesa ha infatti raggiunto nella seduta di ieri 8 gennaio quota 27,75 euro ovvero i massimi dal lontano 2000. Come spesso accade quando si verificano simili exploit, il trend è poi rallentato e oggi il titolo scambia a 27,35 euro, quasi invariato rispetto all’apertura. Gli effetti del rally sui massimi da 24 anni si vedono nelle performance a un mese e a un anno della quotata. Attualmente i prezzi di Leonardo sono più alti dell’8 per cento rispetto a quelli di inizio dicembre 2024 e del 66 per cento rispetto a quelli di gennaio 2024.
Nonostante la scalata ai nuovi massimi, il trend sul titolo appare costruttivo. Molti analisti che coprono Leonardo continuano ad avere una view bullish. Ad esempio Deutsche Bank ha recentemente ribadito il rating buy con target price alzato a 32 euro mentre JP Morgan è overweight con target price a 33,5 euro. Tenendo conto che, a seguito dell’aggancio dei massimi dal 2000, Leonardo scambia a ridotto dei 28 euro, resta comunque un ottimo potenziale di upside.
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Cosa spinge le azioni Leonardo ai massimi storici
Non è necessario avere seguito l’evoluzione di Leonardo nell’ultimo anno per intuire che dietro al rally del titolo ci sia la situazione di forte tensione internazionale. I venti di guerra che soffiano in molte parti del mondo e il generalizzato aumento delle spese per la difesa sono i due fattori alla base dell’exploit del titolo ai massimi.
In particolare proprio le dichiarazioni di Trump sul contributo che i paesi membri dovrebbero dare alla Nato sono l’ultimo assist di cui il colosso della Difesa ha beneficiato.
Il presidente americano ha esortato i paesi della Nato ad aumentare le spese per la difesa portandole dall’attuale 2 per cento medio al 5 per cento. Attualmente l’Italia è all’1,57 per cento (proiezione per il 2024) e dovrebbe salire al 2 per cento nel 2028. Perlomeno per quello che riguarda il nostro paese, quindi, il target generalizzato fissato da Trump è lontanissimo. Gli altri paesi europei della Nato sono in una situazione simile a quella di Roma.
Cosa significa tutto questo? L’impressione è che Trump abbia provato ad alzare tanto l’asta per riuscire comunque ad avere un incremento rispetto all’attuale percentuale. Per farla breve si tratterebbe quindi di una mossa psicologica per riuscire comunque a raggiungere un minimo risultato.
A prescindere dalla prospettiva che si vuole adottare sul dossier, il dato certo è che le spese per la difesa dei paesi Nato aumenteranno progressivamente nei prossimi anni. Si tratta di uno scenario di cui sono pronte a trarre vantaggio tutte le quotate del settore difesa, Leonardo compresa. E infatti gli analisti di Equita proprio a seguito dell’uscita di Trump, hanno ribadito il rating buy sulla quotata.
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