Camion con grafico di borsa
Iveco cede Magirus per focalizzarsi sul core business - BorsaInside

Seduta molto pesante quella di oggi per le azioni Iveco che cedono oltre 1 punto percentuale e mezzo scendendo a quota 9,2 euro. Il rosso annulla il verde registrato nella sessione di borsa dell’Epifania ma soprattutto va a determinare un allargamento del passivo mensile della quotata che è ora pari a quasi l’8 per cento. Una situazione da tenere d’occhio ma comunque non allarmante visto che Iveco su base annua continua ad evidenziare un verde a doppia cifra (circa l’11 per cento).

Il fatto che le quotazioni abbiano ritracciato soprattutto nel breve periodo potrebbe spingere molti investitori a considerare la possibilità di comprare su valori più convenienti rispetto a quelli di un anno fa. Una simile strategia potrebbe essere profittevole oppure, al contrario, esporrebbe al rischio di ulteriori ribassi?

Per rispondere a questa domanda procederemo in due direzioni: fondamentale (analizzando le ultime notizie price sensitive sul titolo) e tecnico (dando uno sguardo alla situazione grafica della quotata ma anche a quelli che sono stati i più recenti report degli esperti).

Visto che stiamo parlando di una quotata di Borsa Italiana, prima di procedere ricordiamo che di recente il broker eToro ha lanciato il servizio di trading nazionale grazie al quale sugli asser denominati in Euro (comprese le azioni italiane) è possibile operare senza i classici costi di conversione valuta.

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Iveco ha trasferito Magirus a Mutares

Nella giornata di ieri, quella che, per intendersi ha visto le azioni Iveco chiudere in verde, è stato annunciato il trasferimento della proprietà di Magirus e delle controllate operanti nei settori dei mezzi antincendio alla società Mutares. Dal punto di vista finanziario, il gruppo guidato dal CEO Gerrit Marx prevede un impatto negativo di circa -115 milioni di euro nei risultati del primo trimestre 2024. Tuttavia, questo effetto una tantum sarà escluso da tutte le metriche adjusted, in linea con la strategia del gruppo.

La decisione di vendere Magirus rientra nel piano strategico della quotata italiana che punta tutto sul proprio core business. In questo contesto una controllata come Magirus che nel 2023 aveva contribuito solo per il 2 per cento ai ricavi totali del gruppo pur essendo presente in oltre 150 paesi e registrando addirittura un EBIT adjusted negativo per 35 milioni di euro, era da tempo un peso.

Con l’annuncio della cessione, il presidente della divisione antincendio di Iveco, Thomas Hilse, ha lasciato il gruppo. L’addio rappresenta un cambiamento significativo nella leadership e nella struttura organizzativa della società, sottolineando la volontà di Iveco di riallineare le proprie priorità operative.

Da evidenziare che la cessione di Magirus è arrivata poco dopo un importante accordo siglato da Iveco con l’Esercito italiano per la fornitura di 76 VBM Plus, di cui 60 Combat e 16 veicoli controcarro. Questa nuova commessa di fornitura conferma l’intenzione di Iveco di rafforzare la sua posizione in settori strategici ad alto valore aggiunto, lasciando invece alle spalle attività considerate meno rilevanti o poco redditizie come era appunto il business di Magirus.

Cosa fare con le azioni Iveco e cosa dicono gli analisti

Passando dall’analisi fondamentale a quella tecnica, nonostante il passivo di oggi, Iveco resta lontana dall’area attorno ai minimi degli ultimi tre mesi che era stata sfiorata nella sessione del 3 gennaio 2025. Se i 9 euro dovessero reggere, i prezzi si potrebbero anche portare attorno ai 9,26 euro e successivamente mettere nel mirino i massimi della scorsa settimana situati sui 9,48 euro. Solo con il superamento di questi livelli, i prezzi si potrebbero spingere prima fino a 9,60 euro per poi salire sui massimi degli ultimi 4 mesi ubicati a quota 10 euro.

Il punto è che per la stragrande maggioranza degli analisti, lo spazio di apprezzamento di Iveco è compresso. Di recente infatti sono arrivati una selva di target price che hanno portato il livello di upside potenziale ad un restringimento. Non solo ma banche d’affari come Deutsche Bank sono anche andate giù pesante tagliando il rating a hold (mantenere). Insomma la prudenza è d’obbligo.

Anche i trader che sono operativi sul titolo con strumenti derivati come i CFD dovrebbero tener conto di queste prospettive. Non è detto che il ribasso di quasi l’8 per cento messo a segno nell’ultimo mese basti a far tornare visibilità sul titolo.

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