I titoli del settore petrolifero continuano ad essere sottopressione. Non fa eccezione Eni che si avvicina al giro di boa delle 13,00 con un ribasso di circa mezzo punto percentuale attestandosi appena sopra i 14 euro dopo che, nelle primissime ore di scambi, il titolo era sceso anche sotto questo livello. Come si può vedere dal grafico in basso, il rosso rimediato oggi impatta sia nella prestazione su base mensile che si quella annuale. Rispetto ad un mese fa, i valori di Eni sono più bassi del 2 per cento mentre la performance a un anno è negativa per il 6 per cento.
Dopo la salita di fine agosto/inizio settembre fino a 14,8 euro, il Cane a Sei Zampe, come del resto tutto i titoli oil, si è ritrovato a fare i conti con l’andamento negativo delle quotazioni petrolifere. Il prezzo del greggio batte la fiacca perchè analisti e investitori nutrono sempre più incertezza sull’andamento della domanda globale di petrolio minacciato dal rallentamento economico di numerosi paesi a partire dalla Cina. A nulla è valsa la decisione dei paesi OPEC di estendere a fine novembre i tagli alla produzione per provare a dare sostegno ai prezzi e ciò la dice lunga sull’ampiezza delle preoccupazioni.
Tornando alle azioni Eni, è interessante rilevare come il titolo non sia riuscito a trovare una sponda per resistere alle vendite neppure dopo l’annuncio della sottoscrizione di un accordo in Azerbaigian. L’importante intesa è arrivata nei giorni scorsi nell’ambito della visita del presidente azero Aliyev a Roma.
In questo contesto non semplice, gli investitori dovrebbero interrogarsi su quelle che sono le reali ambizioni dei prezzi di Eni. Fino a che punto essi si possono spingere?
Downgrade di target price sulle azioni Eni: la decisione di HSBC
Proprio per riflettere la fase difficile che Eni attraversa, ecco la decisione degli analisti di HSBC di ridurre il target price sul colosso energetico italiano. Gli esperti, proprio nei giorni scorsi, hanno portato il prezzo obiettivo dal precedente 16,5 euro a 16,1 euro. Stando al punto di vista degli analisti, le azioni Eni sono destinate a crescere meno di quanto previsto in precedenza. Confrontando nuovo target price e quotazioni attuali, emerge un potenziale di upside di circa il 15 per cento.
Il punto di vista di HSBC è diverso da quello degli analisti di Morgan Stanley. Questi ultimi più che alla dinamica negativa del prezzo del greggio (qui le previsioni petrolio 2024 aggiornate) preferiscono guardare alla resilienza finanziaria e alle prospettive di riduzione del debito del Cane a sei Zampe e, sulla base di questi elementi, hanno addirittura alzato il rating sulla quotata a overweight inserendo addirittura il titolo tra le proprie Top Pick.
Insomma le prospettive sulle azioni Eni non sembrano più avere quell’impronta di sicurezza che potevano vantare fino a pochi mesi fa. La situazione di incertezza in atto potrebbe tradursi in una maggiore volatilità che può essere cavalcata facendo trading con i CFD.
Piattaforme consigliate per fare trading sulle azioni Eni
Broker | Deposito minimo | Caratteristiche | Info |
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