
Anche in Italia sta per prendere avvio la stagione delle trimestrali e tra i conti più attesi ci sono quelli di Eni. Il colosso del settore petrolifero riunirà il suo consiglio di amministrazione per l’approvazione dei conti del primo trimestre, il prossimo 23 aprile con risultati che saranno poi diffusi il successivo 24 aprile prima dell’apertura della borsa. Inutile dire che attorno all’evento c’è tantissima attesa e questo per due motivi: il forte hype che da sempre caratterizza il titolo Eni (si tratta di uno dei più amati tra gli investitori italiani) e l’andamento a dir poco incerto che la quotata ha messo a segno da inizio anno.
Con prezzi che hanno registrato una flessione di oltre l’11 per cento da inizio anno a causa del sentiment negativo generato sui mercati azionari dalla guerra commerciale ma anche per effetto della flessione del prezzo del petrolio a sua volta causata dal rischio di una recessione globale, le azioni Eni potrebbero trovare proprio nell’imminente pubblicazione della trimestrale, l’occasione per ripartire.
Proprio per questo motivo è molto probabile che la visibilità sulla quotata sia destinata a restare alta da adesso fino all’avvenuta diffusione dei conti. Questo perchè, come noto ai trader più attenti a cavalcare le occasione di investimento, ogni trimestrale rappresenta una duplice occasione operativa. Infatti è possibile fare trading sulle previsioni della vigilia e poi conti definitivi. In linea di principio il criterio è sempre lo stesso: se i risultati dovessero battere le attese, allora i prezzi potrebbero crescere mentre a conti deludenti corrisponde quasi sempre un ritracciamento.
Una cosa è certo: una trimestrale porta con sè sempre volatilità e questa è una buona notizia anche per chi fa trading con prodotti derivati come i CFD. Ora sulle azioni Eni si possono tradare CFD con un investimento a partire anche da 1€ solo grazie al broker IQ Option.
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Previsioni trimestrale Eni 2025: le attese del consensus
Visto che le previsioni sui risultati trimestrali sono determinanti per la definizione della strategia trading, vediamo allora cosa si attende il consensus su Eni.
La società dovrebbe chiudere il primo trimestre 2025 con risultati in calo rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, pur confermando una solidità finanziaria grazie a un flusso di cassa operativo consistente. Le stime preliminari indicano un utile operativo adjusted proforma pari a 3,26 miliardi di euro, in diminuzione rispetto ai 4,12 miliardi del primo trimestre 2024 e un utile netto adjusted visto a quota 1,15 miliardi di euro, in ribasso nel raffronto con i 1,58 miliardi dello stesso periodo dello scorso anno. La contrazione degli utili rispecchia un contesto globale meno favorevole per il comparto energetico, con volatilità sui mercati delle materie prime e una domanda energetica più contenuta.
Un dato positivo arriva invece dal flusso di cassa operativo ante capitale circolante al costo di rimpiazzo, che si dovrebbe attestare a 3,22 miliardi di euro evidenziando la buona capacità del gruppo di generare liquidità, nonostante la fase meno brillante dei mercati.
Infine, per quanto riguarda la produzione, i vertici della quotata stimano una media di 1,66 milioni di barili equivalenti al giorno, in calo rispetto agli 1,74 milioni del primo trimestre 2024 e agli 1,72 milioni del quarto trimestre dello stesso anno. Il rallentamento è da imputare allo scenario economico globale.
Comprare o mantenere azioni Eni in vista della trimestrale?
I dati ufficiali sui conti del primo trimestre di Eni verranno comunicati nei prossimi giorni, ma queste stime offrono già un quadro abbastanza chiaro: si tratterà di un trimestre di transizione, dove il calo degli utili e della produzione verrà bilanciato da una tenuta del cash flow e da una struttura industriale ancora solida.
Questa prospettiva divide gli analisti. Negli ultimi giorni, infatti, le azioni Eni hanno incassato una valutazione prudenziale sia da parte di UBS che da parte di Mediobanca. Da entrambi è arrivata la conferma del rating neutrale. Il target price è però leggermente diverso: tutti e due gli analisti lo hanno tagliato, tuttavia quello espresso da Piazzetta Cuccia (14 euro) implica ai prezzi attuali del titolo un potenziale di rialzo maggiore rispetto a quello che è stato indicato dagli esperti elvetici che è pari a 12,5 euro.
La valutazione prudenziale sulle azioni Eni non è però condivisa dagli analisti di HSBC e Equita che nei giorni scorsi hanno invece ribadito la loro indicazione di acquisto su Eni con rating buy. Più alti anche i prezzi obiettivo che sono stati espressi: per HSBC le azioni Eni possono salire fino a quota 15,5 euro mentre per Equita potrebbero anche arrivare a 16 euro.
C’è quindi divisione tra gli analisti che coprono il titolo. I trader che operano con i CFD usando quindi la leva dovrebbero tener conto di queste differenti vedute prima di posizionarsi sulle azioni Eni.
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