
La settimana per le azioni Eni si è aperta con un verde di circa mezzo punto percentuale. Il colosso elettrico sta infatti avanzando dello 0,5 per cento contro un Ftse Mib in ribasso dello 0,3 per cento. Grazie alla progressione in atto oggi Eni porta il suo verde mensile all’1,5 per cento mentre anno su anno resta un rosso del 3 per cento. Questi numeri lasciano intendere che l’andamento del titolo sul lungo termine non sia stato proprio brillante. Il trend potrebbero però presto cambiare grazie ad alcune indiscrezioni sul futuro di Plenitude.
La controllata “sostenibile” del Cane a Sei Zampe è da tempo al centro di un processo di valorizzazione che sembrerebbe proprio aver prodotto ottimi risultati. Grazie alla strategia del Cane a Sei Zampe di separare i business che non sono legati all’estrazione di petrolio e gas, come appunto quello di Plenitude, Eni potrebbe potrebbe essere riuscita ad attirare nuovi fondi per l’ingresso nel capitale della sua controllata. Ricordiamo che di recente il fondo EIP ha incrementato la propria quota in Plenitude al 10 per cento. La diversificazione della compagine di capitale, però, sarebbe appena all’inizio e altri fondi avrebbero dato il loro interesse ad entrare.
A marzo le offerte non vincolanti per l’ingresso in Plenitude
Come noto obiettivo di Eni è arrivare all’IPO di Plenitude (ora prevista per il 2026) con la presenza nel capitale della sua controllata “rinnovabile” di più azionisti. Attualmente, quattro fondi – Apollo, Ares, HitecVision e Stonepeak – sono in corsa per acquisire fino al 15 per cento della società, con una valutazione stimata tra 10 e 12 miliardi di euro. Le offerte non vincolanti sono attese per marzo, con Goldman Sachs e Mediobanca in qualità di advisor finanziari dell’operazione.
Le aspettative sono alte anche perchè ci sono i precedenti ad indurre fiducia. Come ricordato da un recente articolo di Milano Finanza, le operazioni realizzate da Eni sulle controllate negli ultimi mesi (salita di KKR in Enilive fino al 30 per cento e il citato aumento della quota di EIP nella stessa Plenitude, un’importante liquidità per il Cana e Sei Zampe pari ad oltre 3,7 miliardi di euro.
L’obiettivo strategico del gruppo energetico è quotare le società satellite in borsa entro uno o due anni, dopo aver consolidato economie di scala e strutture di governance solide.
La strategia perseguita dal colosso degli idrocarburi è la dimostrazione del forte orientamento della società verso la sostenibilità e la diversificazione, con l’obiettivo di creare valore sia per gli investitori sia per il mercato dell’energia rinnovabile. Non solo ma il processo di scorporo delle attività non legate ai combustibili fossili potrebbe rappresentare un modello di riferimento per altre aziende del settore che intendono accelerare la transizione energetica e attrarre capitali per finanziare la crescita sostenibile.
Fin qui il fatto. Ma cosa attendersi dal titolo? In fin dei conti è quella la questione che più interessa agli investitori. Eventuali novità sul dossier Plenitude potrebbero dare visibilità alla quotata del Cane a Sei Zampe. Una situazione che ben si presta per essere sfruttata in ottica trading anche tramite strumenti derivati come i CFD. Proprio a tal riguardo segnaliamo la recente introduzione nella proposta di Eightcap anche di tutte e 40 le azioni italiane del Ftse Mib tra cui proprio Eni.
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Di recente tre “buy” sulle azioni Eni
Vediamo quale è la situazione grafica delle azioni Eni. Il titolo scambia appena sotto ai 14 euro: è fondamentale che i prezzi non solo aggancino quanto prima quest’area ma, nel più breve tempo possibile, si portino anche al di sopra di questo livello per tornare ai massimi della scorsa settimana a quota 14,4 euro. Nel caso in cui il trend al rialzo dovesse proseguire, altri target sono collocabili a 14,7 euro e poi 15 euro. Questo secondo livello coincide con i massimi degli ultimi 9 mesi.
Nella situazione opposta ossia se Eni si dovesse allontanare dai 14 euro, allora la pressione delle vendite potrebbe portare la quotata fino a 13,3 euro ossia ai minimi dell’ultimo mese.
Le più recenti valutazioni sul titolo sono improntate all’ottimismo. Nelle scorse settimane, infatti, da ben tre diversi analisti era arrivata la conferma della view bullish. In particolare gli esperti di HSBC avevano confermato il rating buy con target price alzato a 16,4 euro, Intesa Sanpaolo pur ribadendo il buy aveva tagliato il prezzo obiettivo a 16,8 euro e lo stesso dicasi per gli esperti di Equita sim che pur confermato buy avevano tagliato il prezzo obiettivo a 17 euro.
Nonostante i due downgrade di target price, in tutti e tre i casi siamo dinanzi a prezzi obiettivo che implicano un potenziale di upside decisamente più alto rispetto alle quotazioni attuali di Eni. Questo è il segnale che la quotata ha spazio per crescere. Una prospettiva interessante per i trader pronti a posizionarsi sul titolo anche attraverso strumenti derivati come i CFD.
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