Alla fine a concretizzarsi è stata la prima ipotesi che avevamo formulato nel post di apertura di oggi: dopo il grande crollo di ieri, per le banche è immediatamente arrivato il momento del rimbalzo. E come avvenuto neppure 24 ore fa, l’andamento delle banche finisce con il dare la direzione a tutto il Ftse Mib. Il paniere di riferimento di Piazza Affari, infatti, si sta avvicinando al giro di boa delle 13,30 con una progressione di ben l’1,9 per cento.
Per quello che riguarda le azioni migliori, a segnare le progressioni più ampie sono, per ora, FinecoBank, Banco BPM e Unicredit. Si tratta di tre delle quotate che ieri erano stata particolarmente bersagliata dalle vendite provocate dalla decisione del governo di introdurre una tassa sugli extraprofitti delle banche. Un provvedimento che ha causato il sell-off sul comparto bancario e una marea di polemiche. Interessante evidenziare che il titolo che più di tutti ieri si era tinto di rosso, Monte dei Paschi, limita la progressione al 3,5 per cento.
A consentire il rimbalzo delle banche dopo il cappotto di ieri, è stato un fattore ben preciso. Dopo una giornata di passione, è arrivata nella serata di ieri, la puntualizzazione del MEF con la quale è stato precisato che la nuova tassa sui profitti delle banche non potrà comunque superare lo 0,1 per cento del totale dell’attivo degli istituti di credito. Questo appunto ha riportato più tranquillità anche perchè gli esiti della tassa, alla luce della specifica del Tesoro, sono ben diversi rispetto a quelli originariamente previsti. Si è infatti passati da un gettito previsto i 4,5 miliardi ad un gettito di 2,5 miliardi di euro. Secondo un’analisi di Jefferies, a questo punto, l’impatto medio sul capitale delle banche di dovrebbe ridurre a 30 punti base in relazione al CET1.
Insomma c’è una bella differenza tra le due stime. I trader lo hanno capito e da qui il rimbalzo.
Rimbalzo azioni banche è destinato a proseguire?
A meno che da Wall Street oggi non arrivino notizie negative, il rialzo della borsa di Milano dovrebbe essere destinato a proseguire fino alla chiusura. Le banche, quindi, dovrebbero recuperare ancora. Il problema è capire quello che potrebbe avvenire nei prossimi giorni.
E’ su questo punto che si instaura un bel pò di incertezza. Fondamentalmente tutto potrebbe accadere. Quindi c’è la possibilità che la progressione possa proseguire ma non è neppur escluso che invece possano tornare le vendite. Tutto è quindi molto incerto.
La precisazione arrivata ieri dal MEF apre la porta a nuovi chiarimenti e adeguamenti per bilanciare l’esigenza di fornire risorse ai mutuatari colpiti dagli alti tassi di interesse con la necessitò di mantenere la stabilità degli istituti di credito. Non è detto che la normativa non possa cambiare ancora.
Del resto l’equilibrio tra il sostegno ai mutuatari e la stabilità bancaria rimane una sfida complessa e il governo deve tenere conto degli impatti a breve e lungo termine sugli istituti di credito e sull’economia nel suo complesso.
Una delle preoccupazioni principali riguarda le banche più piccole, che potrebbero non beneficiare delle risorse di profitto diversificate come invece possono fare le grandi istituzioni finanziarie.
Un altro punto di preoccupazione è legato agli investimenti in Italia. Se la riduzione delle risorse bancarie avesse come conseguenza una minore disponibilità di finanziamenti, ciò potrebbe scoraggiare gli investimenti nel paese. Gli investitori, quindi, potrebbero essere riluttanti a impegnarsi in nuovi progetti se la liquidità. Questo sarebbe un problema per l’economia.
A livello operativo comprare azioni delle banche oggi può significare sfruttare il recupero in atto. Per operare si possono usare questi due broker:
- eToro: con questo broker ora si possono acquistare azioni italiane. Resta sempre possibile speculare attraverso i CFD operando sia al rialzo (long trading) che al ribasso (short trading). Interessante il deposito minimo richiesto per iniziare ad investire che è pari a soli 50 dollari.
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