Per gran parte della prima seduta settimanale di scambi sono state le banche ad occupare la scena. Grazie alle indiscrezioni sulle modifiche introdotte dal governo in merito alla tassa sugli extra-profitti i titoli del settore bancario, chi più e chi meno, sono stati interessati da acquisti molto forti. Nella seconda parte della giornata, però, l’euforia che fino ad allora aveva caratterizzato il comporto bancario, in un contesto di ribasso per tutti gli altri settori, è venuta meno. Risultato di questo continuo saliscendi è la presenza di pochissimi titoli in rialzo nell’ultima ora di scambi. Delle tante banche tinte di verde che, per buona parte della seduta, avevano caratterizzato l’andamento del Ftse Mib, ne resta uno una: Banco BPM.
A prescindere da queste variazioni di prezzo, però, un trader attento non può non interrogarsi su quello che può rappresentare la modifica della tassa sugli extra-profitti delle banche per il comparto bancario. Con la nuova versione della tassazione, ha senso pensare di comprare le azioni delle banche oppure il movimento di oggi è solo effimero?
Non è necessario essere dei grandi esperti per rendersi conto che, a questa domanda, si può dare una risposta solo esaminando nel dettaglio quello che prevede questa versione meno ostile alle banche delle tassa sugli extra-profitti che tanto discutere aveva fatto nelle settimane passate.
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Come il governo ha modificato la tassa sugli extra-profitti delle banche
La notizia delle modifiche introdotte alla normativa relativa alla tassazione degli extra-profitti delle banche è arrivata nel weekend. L’esecutivo, dopo un confronto serrato al suo interno, è riuscito a trovare un’intesa.
In pratica il nuovo testo prevede che le banche, tanto per iniziare, possano fare una scelta strategica decidendo di versare immediatamente l’imposta oppure decidere di destinare un importo pari a 2,5 volte la tassa per rafforzare il proprio patrimonio.
Una delle modifiche chiave introdotte da questo emendamento riguarda la durata del prelievo fiscale, che ora si estende per l’intero biennio 2021-23. Questa mossa è stata studiata per evitare controversie legate alla retroattività delle norme fiscali e al tempo stesso per garantire una maggiore stabilità alle banche nell’adempimento dei loro obblighi fiscali.
Inoltre, l’emendamento stabilisce un nuovo limite massimo dell’imposta, portandolo al 0,26%, rispetto al precedente 0,1%. Questo cambiamento è significativo, ma è accompagnato da una ristrutturazione della base imponibile. Ora, l’imposta non sarà più calcolata sul totale dell’attivo delle banche, ma sull’importo complessivo dell’esposizione al rischio. Questa modifica specifica consente di escludere i titoli di Stato dal calcolo dell’imposta, offrendo alle banche una certa flessibilità nei loro investimenti in questo settore.
Un’altra importante novità introdotta dal Governo è il divieto imposto alle istituzioni di credito di trasferire gli oneri del prelievo fiscale sui costi dei servizi erogati alle imprese e alle famiglie. Questo divieto verrà vigilato dall’Antitrust per garantire un’applicazione rigorosa e impedire eventuali tentativi di sfruttare questa tassazione in modo sbilanciato.
Come si può vedere da questa rapida analisi, ci sono molte modifiche rispetto a quello che era il testo originario dell’imposta ma, nonostante questo, non cambia il gettito della tassazione che si dovrebbe attestare a quota 3 miliardi di euro, lo stesso livello stimato con il calcolo precedente.
La nuova versione della tassa non dovrebbe avere ora problemi di approvazione. Vista la convergenza dei partiti che sostengono l’esecutivo i numeri ci sono già tutti. Del resto Antonio Tajani di Forza Italia, partito più restio alla prima versione della tassazione, ha annunciato che tutti gli emendamenti presentati dalla sua formazione per modificare il provvedimento originario, sono stati ritirati.
I traders che dovessero ritenere che la nuova versione della tassa sugli extra-profitti possa spingere al rialzo le azioni delle banche, possono spulare sulle quotate del settore ricorrendo a questi broker (entrambi affidabili e molto noti):
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