L’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile è un necessario e ambizioso programma d’azione, sottoscritto nel 2015 dai 193 Paesi membri dell’ONU, in grado di inglobare 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile (o SDGs, Sustainable Development Goals) in un più ampio piano composto da 169 traguardi. L’avvio ufficiale degli Obiettivi è stato il 2016: i target dovrebbero invece essere gradualmente raggiunti in un coerente percorso che accompagnerà i Paesi aderenti entro il 2030.
Il settore finanziario, un punto fisso nello Sviluppo Sostenibile
Scorrendo gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile condivisi dai Paesi membri, e le tappe di avvicinamento verso il loro conseguimento, appare evidente come il settore finanziario costituisca uno degli indispensabili tasselli che consentiranno il conseguimento delle finalità dell’Agenda 2030.
Di qui, la necessità che tutti i principali player finanziari nazionali e internazionali giochino il loro essenziale ruolo, generando una positiva sinergia tra le proprie strategie aziendali e la creazione di un contributo proattivo nei confronti dei target del piano ONU.
Intesa Sanpaolo, un ruolo da leader nella sostenibilità della finanza europea
In questo contesto, Intesa Sanpaolo si erge come principale esempio di come sia possibile coniugare il già rammentato contributo degli operatori finanziari ai target di sviluppo sostenibile, con le proprie attività organizzative e strategiche. Molti dei target che sono stati fissati nel recente Piano di Impresa di Intesa Sanpaolo presentano di fatti uno stretto e costante collegamento con 11 degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile.
Per quanto ad esempio concerne le azioni di contrasto alla povertà, nel solo 2020 l’istituto di credito ha fornito 470 milioni di euro a supporto delle imprese sociali e degli enti del terzo settore, 16 milioni di euro di erogazioni per il sostegno di oltre 750 progetti realizzati da enti non profit, 85 milioni di euro per progetti di microcredito o di lotta contro l’usura, in Italia e all’estero. Ancora, la banca ha lanciato il proprio Programma per le persone in difficoltà, distribuendo – in un triennio – ben 16,1 milioni di pasti, quasi 1 milione di posti letto, 228 mila farmaci e 178 mila indumenti.
Per quanto invece concerne le azioni per la promozione della salute e del benessere, citiamo la donazione di 100 milioni di euro per il rafforzamento del Servizio Sanitario Nazionale tramite la Protezione Civile, o ancora i 350 mila euro all’Associazione Nazionale Alpini per accelerare la costruzione di un ospedale da campo a Bergamo.
Ricordiamo altresì, nell’ambito del progetto Generation, il coinvolgimento di più di 100 mila dottori e infermieri ai programmi di formazione sulla protezione personale, sulla ventilazione non invasiva e sulla gestione delle emergenze legate al Covid-19, così come l’estensione gratuita della copertura assicurativa sanitaria per l’inclusione del Covid-19 e l’abilitazione al lavoro flessibile per più di 65.000 persone.
Insomma, una partecipazione fattiva e concreta che non è certo passata inosservata nel contesto finanziario e, più in generale, nel settore imprenditoriale nazionale, tanto che sono numerose le realtà che hanno preso spunto dai numerosi interventi effettuati da Intesa Sanpaolo nell’ambito degli SDGs, al fine di progettare le proprie strategie nel solco di quanto tracciato dalla più importante banca tricolore.
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