Quando si verifica una crisi economica, una delle prime conseguenze che l’economia di un Paese registra è l’aumento dell’inflazione, definita come l’aumento generale del costo di beni e servizi. Il fenomeno inflazionistico non è di per sé sempre negativo: a volte può essere il segnale di un’economia in crescita. Se però l’aumento dei prezzi non è associato a un corrispondente potere di acquisto e a un’economia in espansione, come abbiamo avuto modo di sperimentare a seguito della pandemia di Covid-19, il lato dell’inflazione che si affronta è con ogni probabilità, negativo.

L’Italia è stata uno di Paesi europei ad aver riportato un tasso di inflazione più elevato: in autunno l’aumento dei prezzi al consumo ha raggiunto il 3%, riportandoci indietro al 2012, l’anno della Grande Recessione per l’Italia a seguito della crisi dei mutui subprime americani. Ci sono però settori specifici in cui l’aumento dei prezzi è stato vertiginoso, come il comparto energetico: l’aumento del costo delle bollette sarebbe aumentato di quasi il 30% in un anno.

Una caratteristica però dell’inflazione durante il periodo della pandemia è quella della volatilità: l’aumento del costo della vita ha visto l’alternarsi di fasi di aumento a momenti di stabilizzazione, allontanando (per ora) il rischio della stagflazione.

Visti gli scenari incerti, quali possono essere le prospettive di crescita della borsa italiana per il 2022?

L’inflazione in Italia: come e perché?

L’inflazione può avere origine da diverse cause e riguardare settori specifici. Dal punto di vista dell’investitore è importante analizzare questi due elementi, per capire come strutture i propri investimenti. Ad esempio, una delle cause che può provocare il fenomeno inflazionistico in un settore può essere proprio l’aumento degli investimenti in quel determinato comparto: una situazione che può portare, in casi estremi, all’effetto “bolla speculativa”.

Per fortuna però, ci sono anche settori che sono abbastanza immuni dall’inflazione, pur registrando trend positivi costanti e che costituiscono sempre una buona strategia di investimento.

Nel nostro Paese la causa principale dell’inflazione è stato l’aumento dei costi delle materie prime, tra tutti quelle energetiche. È chiaro che la crescita dei beni energetici si riflette, a cascata, su quasi tutti i beni al consumo e i servizi, partendo dalle imprese che li producono fino al consumatore finale. La conseguenza è l’innescarsi di una serie di conseguenze, come la contrazione della domanda ma anche la crisi occupazionale. Se le aziende devono sostenere maggiori costi per la produzione, difficilmente riusciranno non solo ad assumere lavoratori ma anche a mantenere quelli già presenti in azienda. La crescente disoccupazione frena, a propria volta, crescita e consumi, in una spirale negativa che coinvolge sempre più attori economici.

Come si esce da un circolo vizioso di questo tipo? Secondo Maxim Manturov, Head of Investment Research presso Freedom Finance Europe: “L’inflazione è un fenomeno naturale in un’economia di mercato. Ci sono però molti modi per proteggersi dall’inflazione. Un investitore ben organizzato può pianificare l’inflazione investendo in classi di attività che sovraperformano il mercato in un clima inflazionistico. Nel caso di qualsiasi portafoglio diversificato, il mantenimento di classi di asset con copertura dell’inflazione può aiutare il tuo portafoglio a crescere quando l’inflazione raggiunge livelli elevati. In generale, le attività antinflazionistiche comuni includono oro, materie prime, vari investimenti immobiliari e in parte anche BTC e la criptovaluta in generale“.

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Lo spettro dell’inflazione nel mondo

Essendo la pandemia di Covid-19 una situazione che ha coinvolto tutto il mondo, l’inflazione ha fatto il suo ingresso nelle economie di tutti i Paesi, anche se in misura diversa.

Le differenze tra un Paese sono considerevoli: basti guardare all’andamento contrastante di Brasile e Argentina, entrambi posti nello stesso continente ma con un’inflazione opposta. Stabilire il perché possano sussistere differenze tali è difficile da stabilire, ma quali possono essere le misure di contenimento del fenomeno?

Dal punto di vista del privato, l’attività di investimento costituisce in linea generale un porto sicuro: vuol dire impiegare i propri asset in beni il cui valore futuro sarà superiore rispetto a quello attuale. L’inflazione è una costante dell’economia, anche se in periodi normali rimane sempre entro una certa soglia. Alcuni tipi di investimento sono più sicuri di altri: per equilibrare le diverse esigenze che un trader può avere, la diversificazione è l’arma migliore. L’aumento nel trading delle criptovalute risponde proprio alla ricerca di convogliare i propri fondi su qualcosa che è svincolato dall’inflazione, dal momento che la valuta digitale ha dei meccanismi interni volti a prevenirla.

Dal punto di vista delle politiche pubbliche, lo strumento più diffuso per scongiurare l’aggravarsi dell’inflazione è l’aumento dei tassi di interesse, nonostante i rischi che ne derivano. Gli Stati Uniti, duramente colpiti dall’inflazione anche a fronte di una ripresa generale dell’economia, si sono affidati a questa misura, come ha fatto anche il Regno Unito. Non dimentichiamo la posizione particolare del Regno Unito la cui economa dipende in gran parte dal commercio, risentendo in pieno quindi dell’aumento dei costi ma anche della Brexit.

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Diversa è la posizione dell’Unione europea che ha deciso di frenare sull’aumento dei tassi di interesse, essendo stata considerata un’arma poco efficace in un momento in cui è proprio la richiesta di denaro l’ancora di salvezza per privati e imprese, appesantiti dall’aumento del costo della vita.

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