Borse europee a picco nella seduta di metà settimana. Andando oltre le più nere previsioni, i listini europei sono stati subito travolti dalle vendite con Borsa Italiana che si è immediatamente messa in evidenza come una delle peggiori. Il Ftse Mib, infatti, è collassato sotto 25400 punti arrivando a cedere oltre il 2,2 per cento alle ore 12,00.

Per avere un’idea dell’attuale momentum dei mercati, è sufficiente tenere in considerazione che esattamente un mese fa, il principale indice azionario di Borsa Italiana scambiava a 26200 punti.

In pratica nel giro di un mese il Ftse Mib ha perso quasi 1000 punti! Una manna dal cielo per gli investitori ribassisti, un disastro per chi, azzardando, aveva invece attivato posizioni al rialzo puntando su un ulteriore progressione del paniere.

In realtà, però, il crollo del Ftse Mib di oggi 6 ottobre 2021,  non è stato una sorpresa per i traders più esperti. Che il sentiment non fosse più quello della primavera-estate era evidente da tempo. I segnali di un possibile aumento dei tassi FED prima delle attese e le preoccupazioni sull’andamento dell’inflazione a livello globale, non sono infatti notizie di adesso ma al contrario sono argomenti ben noti. Oggi, semplicemente, è tutto venuto alla ribalta come vedremo nel prossimo paragrafo.

Prima di andare avanti con l’argomento, ricordiamo che il crollo della borsa di Milano in atto oggi può essere sfruttato per investire al ribasso con lo short trading (qui la guida completa). Per imparare a speculare quando i mercati crollano consigliamo di fare sempre pratica con un conto demo gratuito. Ad esempio si può usare la demo eToro (qui la recensione del broker) che ha una dotazione di 100 mila euro virtuali.

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Crollo Ftse Mib oggi 6 ottobre 2021: le motivazioni 

Il catalizzatore che ha fatto esplodere le preoccupazioni degli investitori su inflazione e rischio aumento tassi FED è da ricercare nel petrolio. Il rally del prezzo del greggio, infatti, è suonato come un campanello di allarme che gli investitori hanno immediatamente colto. La paura è che le borse possano correggere in modo significativo a causa proprio del cambio di politiche monetarie che sarebbe inevitabile se l’inflazione non dovesse essere arginata. 

Oltre al rally della quotazione petrolio (e alle implicazioni), ci poi altri market mover che hanno spianato la strada all’odierno crollo delle borse. Una certa delusione è infatti scaturita dalla pubblicazione del dato tedesco sugli ordini all’industria che, nel mese di agosto, hanno segnato un ribasso superiore a quelle che erano le previsioni. Il market mover, infatti, ha segnato un -7,7 per cento su base mensile contor il -2,1 per cento atteso dagli analisti. Ulteriore ragione alla base del crollo delle borse europee è da ricercare nel clima di attesa per la pubblicazione del rapporto di settembre sui nuovi occupati negli Usa (stima ADP Usa). Il dato verrà diffuso venerdì 8 ottobre e non è quindi da escludere che, fino ad allora, le borse possano restare sotto pressione. In relazione a questo market mover, è palese che gli investitori proveranno ad avere conferme sullo stato di salute dell’economia americana.

E per finire, tra i motivi alla base del crollo delle borse c’è anche la previsione di una stretta monetaria da parte della Federal Reserve. I timori per un incremento dei tassi FED stanno facendo salire i rendimenti dei titoli di Stato sia in Europa sia negli Stati Uniti.

Azioni Eni e Unicredit da comprare per gli analisti 

In questo contesto caratterizzato da un forte sentiment negativo, oggi due quotate di peso del Ftse Mib hanno incassato altrettanti giudizi positivi. Ci riferiamo a Unicredit e Eni. Ne caso della banca di Piazza Gae Aulenti, ad intervenire sono stati gli esperti di Deutsche Bank che hanno portato il rating da hold (mantenere, view neutra) a buy ossia comprare. Gli analisti tedeschi hanno anche rivisto il target price da 10,6 euro a 15 euro. Indicazioni chiare che possono essere sfruttate per investire sul titolo attraverso i CFD. A tal riguardo ricordiamo che proprio il broker eToro permette di fare trading sulle azioni senza commissioni. In più la demo è sempre gratis. 

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Promozione piena anche per Eni. In questo caso ad intervenire sono stati gli esperti di Jefferies che hanno alzato il target price sul titolo del Cane a sei Zampe da 13,5 a 13,7 euro. Confermato, invece, il rating buy. 

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